Aggiunta al contratto di Concessionedel 2 - 009 DGRV n .2260 10/12/2013 |
Bastano
due conti della serva
per dimostrare il sostanziale default cui va incontro la Superstrada
Pedemontana Veneta. Per
primo il dato sui flussi di traffico
che potrà essere al massimo di 20.000 veicoli al giorno, tenendo
conto dei veicoli circolanti in A31 e A27 e delle condizioni più
favorevoli relative alla mobilità
veneta
messe in luce da AISCAT.
Se tutto va bene quindi la società che gestisce la superstrada
incasserà ogni anno (supponendo un pedaggio medio di euro 10
-secondo
l'allegato
A1 della concessione rivista nel 2013, si può arrivare
oltre i
12€
- e ipotizzando, cosa non verosimile, che tutti i veicoli compiano
l'intero percorso e durante tutti i giorni dell'anno) 72 milioni di
euro. In totale fanno per i 39 anni di durata della concessione 2
miliardi 808 milioni di euro. Il
secondo è un dato finanziario
e cioè gli interessi sul famigerato project-bond pari all'8% annuale
. Il bond dovrebbe essere pari a circa 1,6 miliardi e quindi
ipotizzando un bond decennale garantito dalla BEI il totale degli
interessi che la Sis dovrà pagare fa 128 milioni di euro all'anno
ovvero 1,28 miliardi in dieci anni.
Sommando
questo dato finanziario con il costo che dovrebbe sostenere la
SIS per la realizzazione dell'opera il totale è di 2,88 mld di €.
Senza contare i costi di esercizio, la manutenzione, i costi
generali, le spese risultano già superiori ai ricavi. E 'chiaro che
l'opera non raggiungerà il break even point (bep) ovvero il
pareggio. Sarà una strada sempre in perdita. A nulla servirà
abbassare del 10 o 15% il costo del pedaggio perché il traffico
aumenterà di poco e con esso i ricavi, ma in misura sostanzialmente
ancora insufficiente a conseguire un utile per il progetto.
E'
difficile credere che la BEI e la CDP diano il via libera al bond
decennale (che comunque la Sis non sarebbe in grado di rimborsare
dato che non ha sufficiente capitale proprio, né margini futuri
adeguati) e quindi la SPV è destinata a bloccarsi comunque. Anche
una eventuale boccata di ossigeno da parte dello Stato non
risolverebbe il problema. Al massimo allungherebbe l'agonia.
Nella
revisione del 2013 siglata dalla giunta Zaia,
si parlava di un
mutuo senior 25ennale per la quota di 1.5 mld€ a carico di SIS,
al tasso mostruoso del 7.5% annuo (cioè capace di produrre un
interesse pari a 2.8 mld€ ). Ci
chiediamo come sia possibile affidare i lavori di realizzazione della
strada senza avere adeguatamente valutato il merito e la solidità
finanziaria del concessionario SIS
(che ad oggi pare avere contribuito con soli 60 milioni al progetto)
e soprattutto le stime di traffico, considerando che il quadro
economico è molto diverso rispetto a quando il progetto è stato
pensato. Fatto gravissimo che comporta per il nostro territorio il
rischio di una ferita insanabile a livello paesaggistico, ambientale
e finanziario con la perdita di una arteria gratuita come la Nuova
Gasparona. Non vogliamo una nuova Salerno-Reggio Calabria nel pieno
del Nord-Est.
I
rimedi non sono molti: o i privati e le associazioni di
categoria, che tanto hanno a cuore la realizzazione dell'opera ci
mettono i soldi, (ipotesi inverosimile) o la strada torna sotto il
completo controllo dello Stato , togliendo di mezzo il fantomatico
project financing e il suo mentore, il commissario-concedente
Vernizzi con tutta la sua struttura commissariale, ritornando ad un
progetto condiviso con il territorio, i comitati, la popolazione.
Un
progetto meno impattante, meno costoso,
piu' corto e molto meno impegnativo a tutti i livelli. Lo stato si è
comunque impegnato a fornire al concessionario 1 miliardo. Noi
crediamo che aggiungendo qualche centinaio di milioni si possa
portare a termine l'opera. Inoltre, vedendo la querelle con il
commissario e con la regione, dal punto di vista governativo, non si
capisce come mai la presidenza del Consiglio dei Ministri non risolva
l'empasse
nella trattativa
mettendo un commissario-concedente più fidato, che meglio serva gli
interessi governativi e della collettività nazionale. Di fatto così
la concessione sarebbe gestita direttamente dallo stato agendo con la
forza di un governo contro un
concessionario inadempiente rispetto alla legge.
Questo è un fatto ormai da anni visto, che non ha mai saputo
finanziarsi entro i due anni dall'approvazione del progetto
definitivo come prevede il
Codice dei Contratti e
degli Appalti
all'art. 144.
Per
questo chiediamo il blocco immediato dei cantieri e la apertura di
un tavolo di confronto con i comitati e il territorio per
verificare cosa serve davvero e di quali risorse disponiamo. Il tempo
dei giochi e delle imposizioni dall'alto è finito. E con esso anche
quello delle gestioni commissariali di plenipotenziari disposti a
tutto per di portare a termine un disastro sulla nostra pelle a
vantaggio dell'interesse di pochi.
Massimo
Follesa portavoce Covepa
Francesco
Celotto attivista Covepa- consulente ed esperto in finanza
E'
difficile credere che la BEI e la CDP diano il via libera al bond
decennale (che comunque la Sis non sarebbe in grado di rimborsare
dato che non ha sufficiente capitale proprio, né margini futuri
adeguati) e quindi la SPV è destinata a bloccarsi comunque. Anche
una eventuale boccata di ossigeno da parte dello Stato non
risolverebbe il problema. Al massimo allungherebbe l'agonia.
Nella
revisione del 2013 siglata dalla giunta Zaia,
si parlava di un
mutuo senior 25ennale per la quota di 1.5 mld€ a carico di SIS,
al tasso mostruoso del 7.5% annuo (cioè capace di produrre un
interesse pari a 2.8 mld€ ). Ci
chiediamo come sia possibile affidare i lavori di realizzazione della
strada senza avere adeguatamente valutato il merito e la solidità
finanziaria del concessionario SIS
(che ad oggi pare avere contribuito con soli 60 milioni al progetto)
e soprattutto le stime di traffico, considerando che il quadro
economico è molto diverso rispetto a quando il progetto è stato
pensato. Fatto gravissimo che comporta per il nostro territorio il
rischio di una ferita insanabile a livello paesaggistico, ambientale
e finanziario con la perdita di una arteria gratuita come la Nuova
Gasparona. Non vogliamo una nuova Salerno-Reggio Calabria nel pieno
del Nord-Est.
I
rimedi non sono molti: o i privati e le associazioni di
categoria, che tanto hanno a cuore la realizzazione dell'opera ci
mettono i soldi, (ipotesi inverosimile) o la strada torna sotto il
completo controllo dello Stato , togliendo di mezzo il fantomatico
project financing e il suo mentore, il commissario-concedente
Vernizzi con tutta la sua struttura commissariale, ritornando ad un
progetto condiviso con il territorio, i comitati, la popolazione.
Un
progetto meno impattante, meno costoso,
piu' corto e molto meno impegnativo a tutti i livelli. Lo stato si è
comunque impegnato a fornire al concessionario 1 miliardo. Noi
crediamo che aggiungendo qualche centinaio di milioni si possa
portare a termine l'opera. Inoltre, vedendo la querelle con il
commissario e con la regione, dal punto di vista governativo, non si
capisce come mai la presidenza del Consiglio dei Ministri non risolva
l'empasse
nella trattativa
mettendo un commissario-concedente più fidato, che meglio serva gli
interessi governativi e della collettività nazionale. Di fatto così
la concessione sarebbe gestita direttamente dallo stato agendo con la
forza di un governo contro un
concessionario inadempiente rispetto alla legge.
Questo è un fatto ormai da anni visto, che non ha mai saputo
finanziarsi entro i due anni dall'approvazione del progetto
definitivo come prevede il
Codice dei Contratti e
degli Appalti
all'art. 144.
Per
questo chiediamo il blocco immediato dei cantieri e la apertura di
un tavolo di confronto con i comitati e il territorio per
verificare cosa serve davvero e di quali risorse disponiamo. Il tempo
dei giochi e delle imposizioni dall'alto è finito. E con esso anche
quello delle gestioni commissariali di plenipotenziari disposti a
tutto per di portare a termine un disastro sulla nostra pelle a
vantaggio dell'interesse di pochi.
Massimo
Follesa portavoce Covepa
Francesco
Celotto attivista Covepa- consulente ed esperto in finanza
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