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Nella
recente
rassegna
stampa la Pedemontana Veneta va a 130 km/h, sembra che le balle ne
aumentino
la velocità. Se questo dato fosse vero, cioè che si
è costruita un'opera per viaggiare a 130km/h, mentre le
autorizzazioni su cui si basa la concessione parlano di superstrada a
110km/h,
allora,
oltre
alla velocità dovrebbero
aumentare
i costi per espropri e indennizzi visto che
ora la SPV
sarebbe
un'autostrada. La
fascia di rispetto e
la
distanza a cui indennizzare dovrebbero
essere poste
a 60 m, come tutte le altre autostrade.
Dal punto di vista degli
espropriati,
a
cui hanno rifiutato gli indennizzi
di
legge e che
si sono
sentiti
rispondere frasi
del tipo
“non
paghiamo il danno al fabbricato perché il baricentro della tua casa
è 32 cm oltre i 40 mt dalla fascia di indennizzo”,
sarebbe
una truffa bella e buona, legalizzata
dall'emergenza e da
denunciare alla magistratura.
Si
tratta di un problema di concorrenza con la
A4,
una
pezza
al
buco
miliardario di
SPV.
Non
si contano più quelli che si
stracciano vesti e capelli sui giornali, cercano
di rispondere, giustificare,
spiegare
e argomentare,
arrampicandosi sugli specchi,
ma
è un
fatto che mai la SPV riuscirà
a spostare il traffico dell'A4,
se
non in misura relativa. Lo studio del MIT, alla base delle
norme istitutive della Pedemontana Veneta
(Legge
finanziaria 23 dicembre 1998 n. 448 art. 50, comma 1, lett. G
-
art.
145, comma 75, della Legge 23 dicembre 2000 n. 388
– art.
10 della legge 17 maggio 1999, n. 144
),
sostiene
che dei flussi previsti, solo il 25% sarebbe derivato da quelli a
lunga percorrenza dell'A4, drenando
solo il 20% dei flussi dalla
Gasparona
o dalla
Schiavonesca e per tratte massime
di 20km. Per
queste ragioni si scelse l'opzione della superstrada tra la A31 e la
A27. Poi Baita, la Mantovani e la Pedemontana Veneta spa di Galan e
Chisso si sono inventati il “progetfinansing
di SPV”.
Che
fosse in
perdita, taroccato e
incapace di concorrere con la A4 se
ne accorgono adesso dopo che per anni siamo andati sostenendolo
in tutte le sedi, si
arrivano a citare gli
studi del traffico del 2008-2009 della Provincia di Vicenza del il
suo piano territoriale.
Viaggiare
in
A4
è molto più vantaggioso della SPV a
110km/h e
con pedaggi
più del doppio, roba
già vista nella BreBeMi.
Nonostante
le frottole sui pedaggi da magliari, i documenti dicono che per
percorrere in
auto
tutta la Spresiano-Montecchio ci vogliono 13,9€
in andata e altrettanti in ritorno. E'
poi da vedere se a
130km/h si risolve tutto magicamente,
come
l'inottemperanza
agli
Studi
di Impatto
Ambientale
e soprattutto al parere della commissione nazionale VIA
e
all'autorizzazione del
CIPE.
Vuoi
vedere che siamo anche di fronte ad un cantiere abusivo
come una qualsiasi villetta che
non rispetta progetto
e
concessione?
Questa notizia sui raggi di curvatura per
i
130km/h sarebbe confermata dalla “variante
di Cassola”,
dove si curva dolcemente per evitare una discarica passando a sud tra
le case di via Paolo VI, invece di rispettare il preliminare,
curvando più strettamente passando a nord.
La
questione nascosta nelle
veline
del commissario della SIS è
proprio questa: per
sanare una roba del genere c'è lui che con un tocco della sua penna
può rimediare
a
una cosa del genere. E'
proprio un “progetfinasing
da corsa”,
un'opera corsara resa legale. Siamo
al
Vernizzi
capitano corsaro a bordo della galera della
SIS,
una barca instabile in
verità senza
piani e soldi.
D'altra parte che stabilità
c'è in chi rimborsa espropri, stipendi e subappalti con un pagherò?
La
vera notizia bomba
è
l'assenza del nuovo Piano Economico
e
Finanziario
del concessionario,
un'altro
fallimento
per
l'ing.
Vernizzi e
per la Regione Veneto, visto
che Luca
Zaia presta al commissario un assessore, un palazzo, una compagnia di
tecnici, di dirigenti e di professionisti e una delle sue più
importanti società di gestione: Veneto Strade. Infatti
quanto
abbiamo comunicato nei giorni scorsi sullo stato dei cantieri è
confermato
dai
dati
che Vernizzi invia
alla Corte dei conti a Roma.
Il
lotto più avanzato sarebbe
quello tra
Breganze e
la Valdastico: 5.7 km sarebbero
al 76% dei lavori. L'importo
dei lavori dai circa 100 mln di € inziali
è salito, con la
variante del 2013, a
105 mln di €. In
base alla percentuale di esecuzione, si
può dire che ha impiegato circa 80 mln di € dei 347 mln finora
spesi in
totale per
i lavori
e
quasi
tutti
con
fondi
pubblici.
Perciò sui restanti 90 km sarebbe stata impiegata la differenza di
267 mln di €: vale a dire 2.9 mln€/km, una bazzecola in 7 anni
dall'avvio della concessione e dall'inizio dei cantieri nel
2011.
Vernizzi
chiarisce poi
che dei 445 mln spesi finora, 94 sono per somme a disposizione del
concessionario.
Tra queste vi sono anche le cifre per gli espropri, che come sostiene
l'ass. De Berti fino
ad ora sarebbero
pari a 43 mln di €.
E' lecito dedurre che SIS si sia liquidata la differenza per le
proprie competenze sulla progettazione e sulla direzione lavori?
Che
fino hanno fatto i 51 milioni incamerati
dalla SIS?
Lo
stato delle finanze e l'indisponibilità a coprire i fondi per gli
espropri dovrebbero spingere verso la massima chiarezza. Ma
soprattutto sapere chi li ha incassati, come e perché ci aiuterebbe
a chiarire
alcune
vicende
mai analizzate
fino in fondo: a
che prezzo sia
stato assunto un direttore dei lavori come l'ing. Perotti., poi
arrestato per i legami con Incalza scoperchiati
dalla Procura
di Firenze; a che prezzo sia stato pagato il
progetto definitivo visto
che dai
documenti sembra sia stato redatto
dalla società CCI,
sotto la verifica della IGO srl; e a che prezzo sia stato
contabilizzato questo dalla INC.GE.CO. spa o dalla SIPAL spa, al
consorzio In-stabile SIS: l'I-SIS.
Matilde
Cortese Massimo Follesa Elvio Gatto portavoce CoVePA 3478722240
wwwcovepa@gmail.com wwwcovepa.blogspot.com
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