domenica 22 gennaio 2012

Valdastico Sud: veleni per l'ambiente e la legalita'

articolo di Gianni Belloni pubblicato sul notiziario Legambiente Padova giovedì 19 gennaio 2012

Locatelli è il titolare della nota ditta lombarda coinvolta dall'indagine della procura di Brescia per aver sotterrato scarti di fonderia sotto i cantieri dell'autostrada Brescia – Bergamo – Milano . In quell'inchiesta è stato arrestato, come è noto, il vicepresidente del consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani del Pdl. La ditta Locatelli ha partecipato ai lavori per la costruzione della Valdastico sud .

Interrogatori e carotaggi sono in corso, ma la documentazione raccolta, riguardante il lotto di Albettone , dai cittadini sembra convincente. Sostanze e metalli pericolosi, tra cui cromo e amianto, documentati con analisi chimiche, foto e campioni di pezzi metallo ritrovati ai bordi del cantiere. E un cane: morto per aver bevuto acqua da una pozzanghera vicina al cantiere.Parliamo di scarti e fumi di fonderia: le denunce del comitato puntano il dito sull'acciaieria vicentina Beltrame. I dirigenti dell'acciaieria replicano sostenendo di aver fornito solo materiale certificato e inertizzato, ma non escludendo l'operato di eventuali «mele marce».

I lavori per l'autostrada – fermi dal 16 dicembre, ufficialmente per pausa invernale – sono ricominciati. «Ora utilizzano camion da cava privi di targa e quindi irriconoscibili» denuncia Marco Nosele, protagonista delle denunce sui veleni dell'autostrada e vera e propria «vedetta popolare» sul cantiere. Un convegno ad Agugliaro promosso da Rifondazione comunista per il 27 gennaio è stato spostato nella vicina Nanto visto il divieto del sindaco leghista – supporter del progetto autostradale – dell'uso della sala comunale. Nei comuni di Agugliaro e Barbarano Vicentino, attraversati dai cantieri dell'autostrada, è in vigore l'ordinanza «di divieto di prelievo e utilizzo delle acque degli scoli Seriola e Siron a fini irrigui per colture, per ogni attività di pesca e/o asportazione di specie ittichevive o morte» per la presenza di inquinamenti da metalli. L'ipotesi avanzata in un primo momento da responsabili della Serenissima costruzioni – il braccio operativo della società Serenissima, committente dell'opera – che l'inquinamento fosse attribuibile ad allevamenti di suini, non sembra credibile.

La Nuova Vicenza, il quotidiano online che per primo ha scritto della vicenda, riporta la notizia di «un convoglio di 80 camion sospetti che, nel 2009, si dirigevano da Arzignano ai cantieri dell’autostrada Valdastico Sud». Secondo quanto riportato dal giornale, «fra agosto e settembre del 2009 è stato infatti intercettato dai vigili urbani un convoglio di circa 80 camion: passavano di sera, sulla strada che da Montebello porta ad Arzignano». Il convoglio, proveniente da Crotone, era diretto verso i cantieri dell'A31 sul primo lotto tra Longare e Torri di Quartesolo. La testimonianza è clamorosa: sia per la provenienza dei carichi – dal sud al nord -, sia per il fatto che dimostrerebbe – nel caso fosse accertata l'irregolarità del contenuto - che la pratica di stivare rifiuti sotto il manto autostradale riguardasse un tratta esteso dell'autostrada. Ricordiamo che le denunce su eventuali smaltimento di rifiuti sono state fatte dei cittadini e non dagli enti preposti come la Serenissima spa [per altro a partecipazione pubblica].

Proprio per questo oltre alla verifica sul terreno sarà interessante capire le eventuali irregolarità e complicità all'interno della filiera di comando dell'esecuzione dell'opera. Nel caso del filone lombardo dell'inchiesta un politico di primo piano è stato coinvolto a pieno titolo. E' comunque necessario porre grande attenzione alla «filiera» costruttiva delle grandi opere. Se nel caso della Valdastico sud l'affidamento dei lavori ha seguito procedure «normali» [legge Merloni e successive modifiche], altre grandi opere venete sono state eseguite e progettate in project financing e, alle volte, anche con l'uso della decretazione d'emergenza, come nel caso della Pedemontana Veneta - bocciata da una recente sentenza del Tar del Lazio -, e del Passante. A questo proposito riportiamo quanto scritto dalla Corte dei conti nella relazione conclusiva sui lavori per il Passante di Mestre del 6 maggio del 2011: «La criminalità organizzata tende ad assumere un ruolo preponderante non tanto nella fase dell’aggiudicazione, ma nella fase dell’esecuzione, privilegiando il suo inserimento, anche nel circuito economico delle grandi opere, attraverso il sub-appalto o le attività di fornitura di merci e servizi locali, e rappresentando, tra l’altro, una fonte di costo “extra”. Del resto la libertà di cui gode il soggetto esecutore [il general contractor deve assicurare l’esecuzione dell’opera 'con ogni mezzo' e non deve scegliere le imprese mediante procedure concorsuali] può trasformarsi in occasione di infiltrazione malavitosa».

Gianni Belloni

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