Pochi
giorni fa Il CoVePA ha ricevuto una richiesta di Marcello De Carlo
(https://drive.google.com/open?id=1hL733I-QieHfQG8b7j9Jd96KBLa_OF1X),
candidato consigliere al comune di Valdagno, affinché il suo
indirizzo e-mail fosse cancellato dalla nostra mailing list. E così
è stato. Va chiarito che la nota di De Carlo ci è giunta in seguito
al nostro ultimo invio che diffondeva notizie dei recentissimi
avvenimenti del week-end. In particolare segnalavamo due nostre brevi
videosintesi in relazione a altrettanti episodi che hanno riguardato
la costruenda Superstrada pedemontana veneta.
In
particolare uno riportava una brevissima nota dal titolo «No alle
intimidazioni di tipo mafioso. Solidarietà ai viero. Presidio in
Vallugana, dove erano Zaia e il sindaco di Malo?»
(https://wwwcovepa.blogspot.com/2019/05/no-alle-intimidazioni-di-tipo-mafioso.html).
Riferivamo
di un presidio con una settantina di persone in località Vallugana a
Malo, proprio al cantiere del tunnel più lungo della Pedemontana
Veneta. L'iniziativa si era svolta per esprimere solidarietà ai
residenti che hanno denunciato intimidazioni di stampo mafioso
assieme ad alcuni danneggiamenti. Sono minacce che hanno coinvolto
una famiglia che protesta contro il cantiere, i Viero, a cui hanno
tagliato le gomme di un’auto e seguito fin sul pullman la figlia
mentre si recava a scuola.
Quella
di De Carlo astrattamente può sembrare una richiesta normalissima.
Ma ci siamo appunto accorti in queste ore che De Carlo è un
candidato alle prossime elezioni comunali della città di Valdagno.
Si è candidato per essere eletto come consigliere comunale sotto
l’insegna che del candidato sindaco Giuseppe Ciambrone nella lista
Valdagno in Movimento. Si tratta un gruppo di cittadini già presenti
in consiglio comunale con il consigliere Ciambrone eletto nella
scorsa consiliatura con il simbolo del Movimento cinque stelle: una
lista cui i vertici del M5S per vari motivi non hanno concesso il
simbolo. Si presentano come dichiarano loro stessi in continuità e
uguaglianza con il movimento, poco male.
Quello
che ci è sembrato strano è che Marcello De Carlo come candidato non
abbia sentito il dovere di esprimere il benché minimo segno di
solidarietà e condanna degli atti di chiaro stampo mafioso che gli
segnalavamo. Ma in primis ci è sembrato strano che De Carlo abbia
sentito la necessità di esprimere il rifiuto di ricevere le nostre
note proprio quando segnalavamo alcuni fatti incresciosi che denotano
la diffusione dei metodi della criminalità organizzata mafiosa nel
profondo del Veneto.
Ovviamente
abbiamo prontamente risposto provvedendo ad esaudire le richieste del
candidato consigliere. Tuttavia non abbiamo potuto fare a meno di
pensare che il suo evidente fastidio avesse una sorta di attinenza,
diciamo così, emotiva, alla vicenda del suo candidato sindaco.
Ciambrone infatti per un periodo aveva lavorato in una pizzeria di
Trissino chiusa a causa dei precedenti del titolare, «che vanta
numerose condanne per reati gravi commessi in Calabria». Un titolare
appartenente alla famiglia Aloe in cui il padre assassinato «negli
anni Ottanta» veniva ritenuto un capo cosca. Di più, in quella
pizzeria «lavoravano altri calabresi, parenti di affiliati a
organizzazioni criminali»
(https://giannibelloni.org/2017/11/25/interdittiva-antimafia-trissino/).
Si
tratta di una vicenda rispetto alla quale Ciambrone
(https://www.vvox.it/2017/12/19/ovest-vicentino-pizzeria-chiusa-rischio-ndrine-ci-lavorava-un-consigliere-m5s/)
non ha mai chiarito fino in fondo i particolari lo hanno portato a
lavorare di fatto per Gaetano Aloe nella pizzeria trissinese poi
chiusa a causa di una interdittiva antimafia nel 2017. Chi si occupa
di cronaca giudiziaria ricorderà poi che la vicenda degli Aloe ha
avuto il suo apice con gli arresti dell’operazione Stige
(https://www.corrieredellacalabria.it/regione/catanzaro/item/179863-stige-la-dda-chiede-mille-anni-di-carcere-per-boss-politici-e-imprenditori-nomi/)
. Rispetto a tutto ciò va precisato, ci mancherebbe, che sul conto
di Ciambrone non è mai emerso alcunché di penalmente rilevante, né
tanto meno alcuna affiliazione malavitosa, né precedenti di polizia.
Tuttavia
a noi resta l’amaro in bocca e il fatto che non vogliamo credere
che Ciambrone non abbia mai trovato il tempo per fare un commento o
per fornire ai media un suo punto di vista ragionato rispetto alla
vicenda della interdittiva e rispetto a quanto capitato in zona
Vallugana. Si tratta di un interrogativo logico visto che nella sua
veste di leader politico o di amministratore che dir si voglia ha ben
trovato il tempo di mobilitarsi per l'ospedale valdagnese e di farsi
ricevere in giacca rossa dal ministro della salute.
A
nostro modo di vedere questi invece sono silenzi urlanti che noi
dobbiamo stigmatizzare e condannare perché assumono la rilevanza di
imperdonabili leggerezze marchiate indelebilmente sul piano etico e
politico. Per questo abbiamo risposto al candidato De Carlo che
pensavamo di far cosa gradita nel sollecitare la sua coscienza
sperando inoltre che lui o la lista in cui è candidato a Valdagno
potessero esprimere un gesto di solidarietà e di condanna per quei
gesti di intimidazione e minaccia di tipo mafioso capitati in zona
Vallugana a Malo. Soprattutto ci avrebbe fatto piacere ascoltare dal
candidato sindaco della lista cui partecipa De Carlo che condanna con
con fermezza le condotte degli Aloe e dei loro sodali a Trissino, nel
Veneto, in Calabria o dovunque questo sodalizio abbia dispiegato la
sua attività. Se così fosse ci darebbe un bellissimo segnale,
facendoci capire che i nostri timori sono assolutamente infondati.
Nessun commento:
Posta un commento
TU COMMENTI NOI MODERIAMO