Il Fatto Quotidiano |
Il Comitato No Pedemontana di Treviso chiede di sottoscrivere questo documento contro l'inutile e dannosa Superstrada Pedemontana Veneta. I tempi stringono ed è urgente che i nuovi ministri competenti ricevano quanto prima le seguenti osservazioni, supportate dal maggior numero possibile di gruppi e singoli. Grazie per quanto potrete fare.
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delle infrastrutture e dei trasporti
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dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
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SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA (SPV):
OBIETTIVI PRIORITARI
Chiediamo
alle istituzioni, e in particolare ai Ministri dei Trasporti e
dell’Ambiente, di intervenire tempestivamente sulle procedure di
competenza connesse alla SPV, per ripristinare la correttezza e la
legalità, ad avviso di molti cittadini e associazioni ripetutamente
violate su aspetti strutturali del progetto SPV, onde evitare
complicazioni ancora più gravose e ingovernabili in un prossimo
futuro.
INTERVENTI
PRIORITARI
1)
Venga resa pubblica al più presto l’ANALISI COSTI BENEFICI (ACB)
promessa dal ministro Toninelli, indispensabile per motivare la
Pubblica Utilità o meno dell’opera, e permettere rapide decisioni
consequenziali.
Seguendo
la letteratura scientifica di settore, il saldo non può che
risultare fortemente negativo: vengono spesi più di 13 miliardi di
soldi pubblici (senza considerare le opere complementari) per
un’infrastruttura che, se tutto va bene, farà risparmiare qualche
manciata di minuti (unico o principale beneficio), e sarà
scarsamente utilizzata (cfr. studio sui flussi di traffico
commissionato da BEI e CDP). Includendo anche i notevoli costi
ambientali (come obbligatoriamente previsto anche dagli Orientamenti
europei
in tema di ACB), la voce “costi” viene ulteriormente gravata, con
un bilancio complessivo in fortissima perdita.
2)
Verificare con urgenza il rispetto delle numerose Prescrizioni
previste, conditio sine qua non per il proseguimento dei lavori.
Il
progetto preliminare SPV è stato accolto dalla Commissione VIA e
approvato dal CIPE nel 2006, a fronte di numerose Prescrizioni
inderogabili, a carattere ambientale e non solo.
3)
Verificare “le autorizzazioni e gli adempimenti previsti dalla
normativa vigente, anche in sede europea” (v. Parere di
Compatibilità Ambientale della Commissione VIA, febbraio 2006).
4)
Sottoporre a VIA completa (con partecipazione popolare) il progetto
definitivo, il quale doveva includere le Prescrizioni di cui al punto
2, così come previsto dalla Delibera del CIPE sul progetto
preliminare (marzo 2006).
5)
Verificare la corretta realizzazione dell’opera e i previsti
monitoraggi ambientali, considerando che la relativa documentazione –
incredibilmente - non è stata nemmeno trasmessa al Ministero
dell’Ambiente (come denuncia la Corte dei Conti, Delibera di marzo
2018).
6)
Ripristinare integralmente i Siti di Rete Natura 2000 devastati dai
cantieri, con particolare riferimento al SIC Le Poscole, area di
risorgiva in cui le normative comunitarie risultano violate in modo
abnorme e plateale.
7)
Operare per annullare il terzo Atto Convenzionale, che premia il
capitale privato ma danneggia in modo clamoroso l’interesse
pubblico (come denunciato anche dalla Corte dei Conti), lasciando
profilare un ingente danno erariale.
ALTRI
INTERVENTI RICHIESTI
8)
Garantire la partecipazione popolare alle procedure, a partire da
quelle relative alla VIA e alla VINCA, secondo quanto previsto in
generale dalla Convenzione di Aarhus (formalmente accolta
dall’Italia, ma di fatto rigettata nel corso dell’iter della
SPV).
9)
Rivedere le deleghe alla Regione, e quindi all’Autorità Regionale
per Rete Natura 2000, in tema di siti protetti dalla normativa
comunitaria, considerando gli abusi e le manomissioni cui sono stati
sottoposti alcuni di tali siti, nel silenzio delle istituzioni
preposte.
10)
Annullare la legislazione sui Project Bond, considerando che essa
favorisce il capitale privato e gli investitori stranieri,
danneggiando l’interesse pubblico.
11)
Aprire un’indagine sulle irregolarità commesse e sulle
responsabilità dei decisori coinvolti nelle procedure, considerato
il configurarsi di ripetute anomalie con dinamiche che richiamano
quanto avvenuto a proposito del Mose.
In
attesa della obbligatoria messa a norma delle procedure relative alla
SPV, indicate nei punti sopra citati (a partire da quelli indicati
come prioritari), e considerando lo stato di incertezza e di grave
irregolarità in cui versa il progetto SPV, si chiede l’immediata
sospensione dei cantieri, onde evitare la prosecuzione dei lavori in
un contesto altamente problematico, al fine di salvaguardare
l’effettivo interesse pubblico, e di evitare l’irreversibilità
di eventuali danni allo stesso.
Veneto,
5 luglio 2018
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