giovedì 28 luglio 2016

POSSAMAI FA IL FONDO ALLA SPV NON SOLO IN SENSO FIGURATO

Lettera aperta al direttore FINEGIL Possamai

Caro Possamai,
ho letto il suo editoriale sulla Tribuna di TV l'ho letto da Vicenza confesso con una certa difficoltà poiché i suoi giornali non coprono tutto il Veneto e le manca una parte quella ad ovest cioè anche i giornali che dirige hanno un limite. Ma questo forse andrebbe girato all'editore e non a lei.
Il suo editoriale ci spiega che chef, maitre e camerieri si muovono e pensano a noi e per questo si riuniscono all'Arsenale a pensare e a discutere vedremo a fare cosa, e poi ci parla di SPV.
Dalla sua Tribuna Possamai fa il fondo alla Pedemontana Veneta. Non solo in senso figurato , mette giù un altro puntello bello grosso, un dogma: la SPV va fatta punto e basta, serve tanto quanto è inutile la Valdastico Sud.
Ma davanti ad un dogma si fa fatica a rispondere e a porsi domande e allora le pongo su di lei: ma chi è Possamai? E' quello delle economie locali della fondazione Nord-Est, quello del libro per Galan, quello che si aggiorna la biografia su Wikipedia in tempo reale? Insomma siamo di fronte a un bel tipo dogmatico, non si discute più punto ….. un'altro passo avanti e un'altro giro di valzer. Invece il Veneto ha solo bisogno di rimuovere i dogmi. Basta passi avanti per andare dove? Basta valzer sempre attorno alla stessa mattonella quella dei schei. Le cose non si risolvono certo stando fermi ma muovendosi e non certo a giri di valzer. Basterebbe uscire dalla sacrestia quella della ricchezza nelle mani di pochi, e la cultura del lavoro non c'entra nulla, è più cultura de schei.

Ebbene si! stiamo ancora in sacrestia e non ce ne rendiamo conto, solo perché, invece di accendere le candele, accendiamo i cellulari. Avremmo bisogno di uscire dalla sacrestia in cui continuiamo a stare, soprattutto perché non abbiamo più una qualsiasi dimensione spirituale, che punti ad una prospettiva che liberi, che ci renda veramente uguali e meno individui. In estrema sintesi stiamo ancora in chiesa inginocchiati, ma è quella sbagliata, quella dei schei. E lei Possamai è un bel sacrista, ho trovato peloso quantomeno il riferimento alla coppia Fongaro/Fabris e all'emendamento del 98 che abbiamo ben presente, adesso a quasi 30 anni dalla legge sulla SPV, vorrebbe che lo stato la salvasse o peggio la costruisse con i soldi magari dei risparmi postali? Su quale ponte e di quale Titanic pensa di stare seduto?
Moltissimi cittadini allora hanno tentato di difendere quella SPV e di contrastare come noi, anche con un ricorso, l'operazione di Baita e Mantovani , con i soci Galan e Chisso, sul progetfinansing alla veneziana, fatta proprio con fegato, cipolle e polenta molla. Lei “nel 1998, sotto la direzione di Franco Barbieri, riceve l'incarico di inviato speciale dei quotidiani locali del Nordest del gruppo. Dallo stesso anno diventa stabilmente collaboratore delle pagine economiche de La Repubblica, scrivendo in particolare sul dorso economico Affari e Finanza” e non aveva certo tempo di accorgersi come noi di quello che facevano con la Pedemontana Veneta: un MOSE di soldi nelle tasche di pochi. E' proprio un bel sacrista: sta mettendo calce e mattoni alla porta della sacrestia, quella sbagliata, ma noi, ne stia pur certo, usciremo dalla finestra.
Massimo Follesa portavoce Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa

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