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Senza
vergogna ci dicono che va tutto bene, si torna alla normalità in
SPV, mentre ci raccontano che i poteri straordinari sanitari non
sanno applicarli per salvarci la vita con apparati medicali e
tamponi. Quello che emerge è che vogliano usarci per fare sì che le
modifiche all’ordinamento, al codice degli appalti e al codice
penale siano permanenti, per continuare a fottere soldi anche in
piena epidemia e per fotterne ancora di più dopo. A questo punto
tanto vale legalizzare la Mafia.
Non
possiamo credere a cosa arrivi
a scrivere
Libero del
28 febbraio 2020 a pagina 5. Siamo alla tiritera sulla
cancellazione degli appalti e
sulla
abrogazione dell'abuso di ufficio. Noi che conosciamo bene, grazie
alla Corte dei Conti, che cosa
sia
riuscito a fare un commissario
straordinario per la SPV come
l’ing. Vernizzi, che
addirittura si era “dimeticato”
di rendicontare
i pagamenti alla Ragioneria
Generale dello
Stato.
Siamo
strabiliati di come questi approfittino dell’epidemia e della morte
dei cittadini.
Abbiamo letto che le patoie del
Codice degli appalti impedirebbero al Commissario Arcuri
di avere i dispositivi medicali e in particolare i sistemi di
respirazione assistita in tempo per salvare vite umane. Libero poi
non manca di puntualizzare sulla necessità di cancellare il reato di
abuso di ufficio.
A
questi ragionamenti poi fa
eco
la notizia del Gazzettino del
26
marzo 2020,
secondo quanto scrive Vera
Manolli, si annucia
la ripresa del cantieri della Pedemontana Veneta, con tanto di
precetto agli operai del sud.
Noi crediamo che questa leggerezza sia colpevole, cosa dobbiamo
aspettarci dagli oltre 1500 operai, da
sempre proclamati da Zaia al
lavoro
in SPV, che girano per tutti e 95 km del cantiere da Treviso a
Vicenza? Che senso venire a
rompere a poveracci che fanno la spesa senza mascherina o su quante
volte la fanno? Qualcuno evidentemente ciurla nel manico e continua
con vizio di essere forte con i deboli e debole con i forti, ma ce ne
ricorderemo, insieme al
cinismo.
Non
mancano nemmeno le dichiarazioni dei pezzi da 90 delle “road
gangs”, secondo quanto
riporta il
Fatto Quotidiano del 27 marzo 2020, dove a pagina 10 di racconta
che i casellanti autostradali vorrebbero aiuti economici per non
fallire data la scarsità di pedaggi che alcuni di loro registrano.
In questa questione ribollente e schifosa emerge il fatto che si
siano fatti avanti proprio gli avvoltoi
più grossi cioè Autostrade per l’Italia. Ci
auguriamo che non si passi dal “togliamo
la concessione autostradale ai Benetton”, al
“salviamo i concessionari in crisi con aiuti di stato”.
Il
tema sembra sparito dalla discussione pubblica, nel
frattempo la
"banda delle strade" continua a lavorare, c’è
qualcuno che pensa che un
microbo la possa fermare?
No di sicuro tanto che l’uomo
di fiducia, il presidente di AISCAT Fabrizio Pellenzona arriva a
dire:«...Un
allarme che ha senso per le associate più piccole, non certo per
Autostrade: nel 2017, ultimo bilancio non intaccato dall’effetto
Morandi, ha incassato dai pedaggi 3,9 miliardi spendendone solo 1,5
per gestione e manutenzione e consegnando alla controllante Atlantia
2,45 miliardi di margine operativo lordo (Ebitda). In sostanza,
fattura 350 milioni al mese, con costi intorno ai 100 milioni, ora
ridotti per il ricorso alla Cassa integrazione e, comunque,
sopportabili per qualche mese visto che Aspi produce ogni anno un
utile netto attorno al miliardo. Discorso diverso per le piccole
concessionarie, tanto più – si legge nella missiva – che
perderanno le “royalties dei subconcessionari per le aree di
servizio”...».
Senza
vergogna ci dicono che va tutto bene, si torna alla normalità in
SPV, mentre ci raccontano che i poteri straordinari sanitari non
sanno applicarli per salvarci la vita con apparati medicali e
tamponi. Quello che emerge è che vogliano usarci per fare sì che le
modifiche all’ordinamento, al codice degli appalti e al codice
penale siano permanenti, per continuare a fottere soldi anche in
piena epidemia e per fotterne ancora di più dopo. A questo punto
tanto vale legalizzare la Mafia.
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