Abbiamo ricevuto da Oscar Mancini coordinatore di AltroVe Rete di comitati e associazioni per un Altro Veneto una nota di solidarietà dove sottolinea due fatti: la chiusura delle osservazione con la rete dei comitati veneti per il PTRC Piano regionale di coordinamento urbanistico, e come questo continui a consentire nei fatti l'aggressione alla terra all,ambiente del Veneto.
Cari Elvio, Gilberto e Massimo,
desidero ringraziarvi per la vostra coraggiosa testimonianza tesa a dare voce alla crescente indignazione di tanti cittadini di fronte allo scempio ambientale che si sta consumando nella nostra Regione. Proprio ieri siamo andati in Regione a consegnare le nostre osservazioni alla Variante al PTRC, il famigerato Piano di cementificazione e asfaltizzazione del Veneto. Per contestarne la sua legittimità, la sua inesistente valenza paesaggistica, confortati dal parere di valenti urbanisti e giuristi. Abbiamo così potuto registrare con soddisfazione che accanto alla vostra firma (e degli altri comitati aderenti ad AltroVe) compare la firma delle maggiori associazioni ambientaliste (Legambiente, Italia Nostra, WWF) e della CGIL, con il suo dipartimento ambiente e territorio, la FIOM e la FILT.
Noi sappiamo che Il diluvio di grandi opere autostradali - a partire dalla Pedemontana -realizzate con il perverso meccanismo del projet financing – destinate a scavare un debito occulto- sono funzionali alla speculazione immobiliare. Infatti, come ben sapete, il nuovo PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) crea attorno a tutti i caselli autostradali e alle stazioni ferroviarie una zona franca di due chilometri di raggio dove ogni decisione, su nuovi insediamenti, sarà frutto di accordi tra i proprietari delle aree e la Giunta regionale – la Giunta, non il Consiglio - con la massima discrezionalità concessa dalla totale assenza di regole certe. Come avete giustamente denunciato ciascuna area corrisponde a 1256 ettari, 20.000 ettari (200.000.000 mq.) nei soli caselli della Pedemontana Veneta. È un sistema centrato sull’utilizzazione intensiva delle aree circostanti i caselli. Là devono addensarsi le attività direzionali nuove da promuovere,la ricettività alberghiera, i centri commerciali, tutti i centri d'interesse. Poco importa se non esiste alcuna seria dimostrazione
dell'esigenza di aumentare le sedi per tali attività senza verificare la possibilità di ospitarle nelle strutture edilizie esistenti. Poco importa che con questa operazione si svuotino le città e si condannino al deperimento i centri storici.
E’ davvero sconcertante constatare che a quattro anni di distanza il Presidente Zaia ripropone il PTRC , il “super-piano” che a suo tempo fu sommerso da una marea di osservazioni (oltre 15.000) presentate da cittadini, associazioni, forze sociali e che non riuscì nemmeno ad arrivare alla discussione in Consiglio Regionale.
E’ ovvio che gli immobiliaristi non demordano e premano per realizzare quel piano. E’ meno ovvio che chi è chiamato a tutelare l’intesse pubblico soggiacia agli interessi degli speculatori. Cambiano le Giunte, si avvicendano in carcere e agli arresti domiciliari i vertici dei consorzi, delle imprese e delle società che monopolizzano le “grandi opere”, la Guardia di Finanza documenta l’infiltrazione mafiosa nel mercato immobiliare del Veneto, il dissesto idrogeologico provoca danni in continuazione, la qualità dell’aria è la peggiore d’Europa… ma la musica che suonano a Palazzo Balbi non cambia: cementificare e asfaltare. Lasciare mano libera ai progetti che le varie lobby finanziarie e del mattone hanno in programma e che “concerteranno” con i soliti assessori. Sui tavoli degli uffici regionali sono già pronte decine di “progetti strategici”, che impegnano il suolo veneto con svariati milioni di metri cubi di volumetrie e centinaia di chilometri di nastri d’asfalto. Nel frattempo però cresce l’opposizione coinvolgendo in modo inedito comitati e associazioni imprenditoriali e sindacali che il Presidente Zaia, dopo aver spudoratamente dato via libera a Veneto city, Tessera city, alla torre di Cardin e alla Pedemontana, alla Nogara mare e via elencando, cerca adesso di rabbonire proclamando a parole “Ora basta case e cemento” mentre, con un escamotage giuridico di dubbia legittimità, l’assessore Zorzato ha fatto approvare in Giunta una “Variante” al PTRC “adottato” dalla precedente Giunta, ma al contempo né ampia il valore legale (attribuendogli una inesistente “valenza paesaggistica”) e , per certi aspetti, ne peggiora i contenuti sostanziali rendendo le “norme tecniche” prive di efficacia e tentando di delegare alla Giunta regionale i concreti progetti attuativi.
Il Consiglio Regionale e i Comuni vengono così sostanzialmente espropriati e gli interessi degli abitanti del Veneto totalmente ignorati. Ne sono consapevoli i Consigli Comunali? E’ dunque giunto il momento di unire le forze per contrastare il grande saccheggio del territorio veneto. Grazie Elvio, Gilberto e Massimo per aver raccolto il testimone di Don Albino Bizzotto. La vostra straordinaria testimonianza ci stimola ad un impegno maggiore. Perché non pensare ad una grande manifestazione a Venezia nel prossimo autunno? I tempi sono maturi per unire la grande galassia di comitati, movimenti e associazioni che da anni si battono per tutelare il territorio. Per raccogliere insieme l’ultimo appello di Andrea Zanzotto: “Bisogna indignarsi e fermare lo scempio che vede ogni area verde rimasta come un’area da edificare”.
Oscar Mancini
coordinatore di AltroVe. Rete di comitati e associazioni per un Altro Veneto.
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