Ritorniamo sui 330 mln€ mancanti al Piano Economico Finanziario della SPV per dare qualche dettaglio. Innanzitutto il PEF non regge e non reggerà come abbiamo denunciato alla Corte dei Conti
nel 2012. Infatti i conti non tornano poiché sia il commissario che il concessionario fanno il gioco delle tre carte con computi, quadro economico e progetto. SIS ha chiesto a settembre 2010 un importo per costruire il progetto definitivo pari 2308 mln€, quindi per le richieste del consorzio i conti del PEF non quadrano per 508 mln€ tenendo conto dell'importo di aggiudicazione di gara pai a circa 1800 mln€. Sulla base delle precedenti esperienze come il Passante di Mestre, ci si può aspettare ulteriori aumenti con la progettazione esecutiva. Vernizzi nel decreto approva il definitivo per 2130 mln€(pag.3 Dec.n.10 20.09.10), e afferma che questa partita del PEF sarà definita solo nella fase esecutiva.
Lo strumento finanziario di SPV, secondo le dichiarazioni di Vernizzi, o non esiste o ha in se una approvazione che viola le norme italiane
ed europee, poiché contiene un rischio troppo alto per la pubblica amministrazione che è chiamata a coprire quello dei privati che si sono offerti per realizzare l'opera. Questo giochetto richiama la necessità di indagare all'interno del vero promotore di SPV, cioè chi in SocietàPedemontanaVeneta spa immaginava certi meccanismi della finanza di progetto molto rischiosi. A tutti è noto che nel 2004-2005 nella società sono entrati Mantovani e Adria infrastrutture guidate da Baita e Minutillo. A questo punto è evidente che il progetto porta in se tare economico finanziarie irrisolvibili e nella linea d'ombra tra lecito e illecito. Il commissario e la Regione Veneto vogliono semplicemente salvare il PEF di SPV con i soldi
delle tasse, delle aziende e dei lavoratori invocando gli sgravi
fiscali per la speculazione finanziaria, mentre ai lavoratori si
propone un buco nella cinta dei calzoni.
Il
primo responsabile
di ciò è il commissario Vernizzi: già dal 2004 il NUVV, conscio
del PEF quantomeno zoppicante e dei limiti Traffico Giornaliero Medio
posto a sua garanzia(DGRVn.3854 03.12.04), aveva indicato modifiche
rilevanti ai flussi di traffico proposti da SocietàPedemontanaVeneta
Spa, l'allora promotore. L'aumento del TGM del 25% fu fatto sulla
base di dati regionali mai verificati. Anche nel 2006
(2006-08-04_DGRV_N.3858_AllegatoA-B_Convenzione) Vernizzi
conosceva i problemi del PEF sempre più evidenti dopo l'approvazione
CIPE (29.03.06), che ha aumentato i costi di oltre 340 mln€.
Secondo il commissario, che ha firmato il documento del NUVV del
4.08.06 in quanto Vicepresidente nonostante quell'aumento nel PEF non
vi sarebbero stati
“maggiori oneri per la Regione Veneto, trovando, invece, copertura
da un lato con la valorizzazione del materiale inerte di risulta,
ricavato dalle gallerie e dallo scavo dei tratti di superstrada in
trincea, e dall'altro l'aumento del Finanziamento senior da
848.000.000 a 1.136.000.000 euro”. Appare
evidente che il PEF si basa sulla vendita delle ghiaie sull'aumento
del traffico sulla carta, fattori che non si stanno verificando, come
pure l'aumento del finanziamento bancario.
Dal
2006 vi sono stati aumenti di costi considerevoli:
la base di gara per la SPV fu posta a oltre 1900 mln€, dopo che era
partita da 1136mln€. Nel 2010 tutto era ancora più chiaro, quando
ha approvato il progetto definitivo (Decreton. 10 del 20 settembre 2010) con un ulteriore aumento a 2130 mln€.
In quelle carte si da ragione del fatto che si rende necessario
azzerare il ribasso di aggiudicazione d'asta che aveva posto a 1800
mln€ la somma per realizzare la SPV (doc.n.4818-tav.n.4739 doc.n.4839-tav.n.4760 "Quadro
riepilogativo dei lavori e di raffronto"). Nei 2130 mln€
c'erano
già i 330 mln€ in più di oggi: 140 mln€ sono per l'adeguamentoalle norme europee sulle gallerie, mentre i restanti 190 mln sonostati chiesti dall'ing. Fasiol con nota n.2946 del 03.09.10 e fanno
seguito alla Conferenza dei Sindaci del 12.03.10.
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