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Tratto da LaSberla di Marco Milioni. Da tempo ci chiediamo cosa impedisce allo staff di Grillo di prendere una posizione incisiva e chiara contro il sistema del Progetto di Finanza alla Veneziana. Non si tratta di capire quanta cipolla ci deve stare con il fegato, cosa per altro sconosciuta a lombardi, genovesi e campagnoli vari, ma capire e denunciare le distorsioni e i meccanismi occulti tra MOSE, TAV e SPV. Tutto sembra lasciato ai gruppi sul teritorio, ma il vertice del M5S si tiene ben lontano da argomenti troppo pericolosi fino a quelli correlati con la costruzione di tutti gli ospedali veneti in "progetfinansing". Marco Milioni ci offre una interpretazione basata su alcuni fatti per lo meno strani e da spiegare.
«Di questo argomento ho voluto parlare direttamente con Gianroberto Casaleggio, perché avevo il sentore che la posizione No Tav venisse travisata, traducendo la contrarietà agli sprechi con una bocciatura senza appelli dell'alta velocità. Alla fine ci siamo chiariti. Noi vogliamo le infrastrutture e anche loro». Così parlò Massimo Colomban sul Corriere del Veneto del 13 aprile 2013 a pagina 3. Tesi simile ripresa pochi giorni appresso sul portale della stessa testata. Ma siamo sicuri che dalle parti del M5S sappiano bene chi è Colomban? E soprattutto è vero che il M5S sulla Tav la pensi come uno che in fondo in fondo la vuole?
Ad ogni modo Colomban viene così descritto da Nuova Vicenza: «Trevigiano razza Piave ma di mentalità global, convinto liberale con un netto passato a centrodestra ma oggi aperto sostenitore del Movimento 5 Stelle, Massimo Colomban è un personaggio eclettico e proteiforme. Fondatore di un colosso con un fatturato da 1 miliardo di euro come Permasteelisa (da cui poi è uscito, oggi è in mano ai giapponesi), imprenditore attualmente impegnato nel finanziamento e gestione di una decina di start up in giro per l’Italia, nella sua carriera ha anche ricoperto incarichi di rilievo pubblico: amministratore delegato di Sviluppo Italia Veneto, succursale locale di un’agenzia sorta nei primi anni 2000 sotto il governo Berlusconi, e presidente risanatore di Vegapark, il parco tecnologico a Venezia. In queste settimane il suo nome è tornato alla ribalta proprio per essere uno dei pochi a infrangere il tabù di diffidenza della classe imprenditoriale verso la novità della politica italiana, il fenomeno Grillo... il businessman... nel 2010 si era candidato consigliere regionale con l’Alleanza di Centro a favore del leghista Luca Zaia...».
Ad ogni modo Colomban viene così descritto da Nuova Vicenza: «Trevigiano razza Piave ma di mentalità global, convinto liberale con un netto passato a centrodestra ma oggi aperto sostenitore del Movimento 5 Stelle, Massimo Colomban è un personaggio eclettico e proteiforme. Fondatore di un colosso con un fatturato da 1 miliardo di euro come Permasteelisa (da cui poi è uscito, oggi è in mano ai giapponesi), imprenditore attualmente impegnato nel finanziamento e gestione di una decina di start up in giro per l’Italia, nella sua carriera ha anche ricoperto incarichi di rilievo pubblico: amministratore delegato di Sviluppo Italia Veneto, succursale locale di un’agenzia sorta nei primi anni 2000 sotto il governo Berlusconi, e presidente risanatore di Vegapark, il parco tecnologico a Venezia. In queste settimane il suo nome è tornato alla ribalta proprio per essere uno dei pochi a infrangere il tabù di diffidenza della classe imprenditoriale verso la novità della politica italiana, il fenomeno Grillo... il businessman... nel 2010 si era candidato consigliere regionale con l’Alleanza di Centro a favore del leghista Luca Zaia...».