Un documento con cui ha sottolineato la difficoltà di realizzazione delle infrastrutture, dalla quale non sfuggono Pedemontana e Tem, Brebemi, sia per quanto riguarda i tempi, sia per quel che concerne i finanziamenti, per diversi motivi: «La prima fonte di ritardo – spiega Asperti – sono i processi decisionali della pubblica amministrazione e le esitazioni della politica. Molte di queste opere coinvolgono una tale quantità di soggetti istituzionali e di poliarchie territoriali da richiedere un forte grado di coesione. Ciò è possibile quando l’obiettivo è condiviso, ma quando la coesione si scontra con l’opposizione ideologica all’infrastruttura in quanto tale è difficile procedere».
Secondo Asperti alcune delle difficoltà attuali dipendono anche da un approccio non troppo disciplinato al project financing: «Non è uno strumento finanziario, bensì una costruzione imprenditoriale molto complessa: da maneggiare con riguardo.
Pedemontana ad esempio è un greenfield da 5 miliardi, Tem di quasi 2 miliardi. In totale 110 km di autostrade per quasi 7 miliardi; e dire che i 3mila km di rete autostradale privatizzati nel 2000 vennero acquistati esattamente per 7 miliardi di euro».
E ha proseguito: «Pedemontana, a fronte di un impegno complessivo di 5,040 miliardi di euro, ha risorse disponibili pari a 1,445 miliardi, mentre deve reperire 3,595 miliardi di euro. Non mancano problemi ed inquietudini nemmeno sul fronte dell’equity. Serravalle, che detiene il 68% di Pedemontana e il 34% di Tem deve decidere se rafforzarsi patrimonialmente o cedere in buona misura la titolarità delle iniziative».
Che la crisi abbia reso più difficile il reperimento dei fondi non è un mistero: «L’anno scorso – ha spiegato il presidente di Pedemontana – le banche europee erano degli interlocutori interessati alla realizzazione del progetto. Oggi invece si sono dileguate. Però le maggiori banche italiane sono rimaste e sono al nostro fianco e ci sono aspetti che mi fanno ben sperare in una buona chiusura della situazione finanziaria».
Tanto più, ricorda Lombardo, che la scorsa settimana è stato sottoscritto ufficialmente il contratto di affidamento da 1,7 miliardi di euro delle tratte B1 (Como) B2 e C (Monza/Brianza) e D (Monza/Brianza e Bergamo) dell¿autostrada e della Greenway, con il consorzio Ati, guidata dall¿austriaca Strabag con le italiane Maltauro, Fincosit e Adanti: «I timori espressi sono stati superati dagli eventi. I giudici hanno manifestato una conoscenza della materia che gli fa onore. L’obiettivo resta l’Expo 2015».
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