Bordignon, c'era da aspettarselo [3] è stato duramente criticato per la sua uscita: anzitutto perché si è arrogato, in modo tanto saccente quanto goffo, il diritto di imporre ad un intero comprensorio una sua visione. Che viene ammantata di modernità e di ecologismo quando invece si tratta di becera speculazione in pieno stile anni '80.
Peraltro nel suo impeto teso a cercare una nuova visione per il comprensorio bassanese il buon Bordignon, tra una lottizzazione e un'altra, si è dimenticato di un passaggio, questo sì fondamentale: quello del progetto per il rifacimento con le più avanzate tecnologie europee disponibili, della linea ferroviaria Trento, Bassano, Padova, Venezia. Questo sì che è un corridoio strategico e all'avanguardia. L’Unione Euorpea lo scrive a chiare lettere: il treno è un fattore positivo per la decarbonizzazione[4] dei trasporti di merci e persone e per la densificazione dei territori urbanizzati in modo positivo e tale da contrastare la diffusione del costruito sparso e indifferenziato[5]. Per contro il costruito diffuso lo si può incentivare e coprire letteralmente con operazioni tese a nascondere certi affari, e Dio non voglia, magari anche quello che questi affari hanno sotto, come in Safond o Miteni. Tuttavia siccome il treno non incontra certi appetiti localisticamente famelici, è stato lasciato nel dimenticatoio proprio da quella Confindustria che si dice portatrice di modernità. Per ciò che possa significare sono parole di cui abusano tutti e che ormai hanno traviato il loro significato, per le quali rimane una sola cosa da fare.
Spiegare a lor signori di Confindustria che fare impresa e fare affari sono due cose diverse. La prima nella sua accezione positiva ha un valore sociale che non è comprimibile dall'aspetto economico. Gli imprenditori che seguono tale intendimento ci piacciono davvero. Fare affari però è un'altra cosa. È il sottoscala dell'attività economica, quello in cui certi nostri campioni eccellono come road-gang [6] degli anni 20-30 e 50 negli USA. In questo senso un'ultima annotazione è doverosa.
Il piano San Lazzaro [7] non è certo saltato perché i comitati No tutto come li chiama il nostro, hanno fatto casino. Il piano è saltato perché i comitati e alcune forze politiche hanno fatto notare con forza che non c'erano i presupposti di legge per approvarlo. In caso contrario qualcuno avrebbe potuto passare guai seri, molto seri. Soprattutto perché attorno a quel progetto c'erano alcune premesse tanto arcane da far accapponare la pelle.
architetto Massimo M. Follesa
portavoce CoVePA ovestVI
[1]
https://drive.google.com/file/d/1U7QaNtVz8t_aBQcPSVFpNzxqO8FMKMEJ/view?usp=sharing
[2]
[4]
https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/130/trasporto-ferroviario
[5]
https://accogliamoleidee.wordpress.com/2017/12/16/sprawl-dispersione-esplosione-urbana/
[6]
https://www.casadellacultura.it/676/la-cittae-progressista-il-suburbio-no
[7]
https://drive.google.com/drive/folders/1lh-2-Tx1LhSWqaM-GVAr-mdemJ6YPo_j?usp=sharing
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