venerdì 21 giugno 2019

SPV: SI FACCIANO UNA RAGIONE DELLE FROTTOLE CHE VANNO RACCONTANDO PERCHE' LA CARTA SU CUI LE SCRIVONO VALE MENO DI QUELLA IGIENICA

Dando seguito alle dichiarazioni relative ai caselli della Pedemontana Veneta, dell’A4, e della TAV rese dalla Struttura di Progetto Pedemontana Veneta della Regione Veneto e dall’Amministrazione Comunale di Montecchio Maggiore con il comunicato di TVIWEB, per altro rincarate sulla stampa odierna, vogliamo dimostrare che le questioni di SPV, sono apprese per sentito dire dai massimi responsabili che Zaia ha messo a presidiare il colabrodo della Pedemontana Veneta.
I pellegrini continuano con le panzane al quadrato da azzeccacarbugli, però i fatti sono i fatti: il casello di A4 non si farà e neanche l’innesto di Pedeveneta sul principale asse viario della Valle Padana, perché sin dal 2013 lo hanno delegato alla Brescia-Padova che da sempre corre parallela alla ferrovia. Questo è il progetto che è reperibile sullo stesso sito della Regione Veneto dove si presenta la Superstrada Pedemontana Veneta: https://app.box.com/s/a23dihnfmrqoqkxs3fe4l73l1uwyc4vq/folder/61410893607.
Perché il progetto esecutivo di SPV sia stato chiuso in fretta e furia entro la fine del 2013, delegando l’innesto principale a ovest alla A4, sta nel fatto che avrebbero perso i 370mln di € che hanno permesso alla SIS e alla SPV di sopravvivere fino al 2018, poichè «...il mancato conseguimento, alla data del 31 dicembre 2013, delle finalita' indicate al comma 1, determina la revoca del finanziamento assegnato...». Questo recita il comma 11 all’art. 18 (Sblocca cantieri, manutenzione reti e territorio e fondo piccoli Comuni) del DECRETO-LEGGE 21 giugno 2013, n. 69 perfezionato con il comma 2 e con il successivo Decreto 17 luglio 2013 congiunto del MEF e del MIT (14A01273).
Chiunque può verificare le prese in giro ai veneti che questa giunta, il suo presidente Luca Zaia e gli adoratori di questa Pedemontana stanno facendo, è ora che si facciano una ragione delle frottole che vanno raccontando perché la carta su cui le scrivono vale meno di quella igienica.
Valga a dimostrazione di ciò il fatto che hanno venduto ai mercati internazionali un’opera progettata e finita e invece era incompleta. Chissà che diranno i garanti della Borsa di Dublino delle sciocchezze che questi raccontano, in Irlanda non sono certo pronti a ingoiare una inaugurazione farlocca, spacciata per apertura della porta per Milano, con il problema che la porta non si può fare e forse non si farà mai.
Chiunque può vedere che il ponte nuovo sulla ferrovia ad Alte di Montecchio Maggiore eseguito per raggiungere, dalla SR11, il casello esistente della A4. Tutti possono vedere che ha certamente considerato il passaggio della TAV nella sua realizzazione.
Chiunque può comprendere che in quell’area compresa tra Brendola, Alte, Montecchio Maggiore e Montebello si concentrino una serie di nodi infrastrutturali cruciali come dimostrano i progetti di TAV, dell’ampliamento della Ferrovia, di Pedeveneta, della 3^ corsia di A4 e adesso anche le tangenziali venete del recente Decreto Sblocca Cantieri.
Chiunque può constatare che RFI ha un cattivo precedente con i cantieri di SIS con cui è in contenzionso per la metropolitana a Palermo, dove ha abbandonato il cantiere.
Per queste regioni Cecchetto, Trapula e Faccio, devono dimettersi per il disastro che hanno coperto inseguendo Salvini e le panzane sovraniste, non sono neanche in sella e il tratto ovest della SPV è bloccato e lo resterà per un pezzo. Speriamo che tra di loro nessuno punti a riesumare la vecchia area del CIS cosi tanto vicina, troppo, alle gincane tra SPV, SR11 e casello di A4 nuovo o vecchio che sia.
Infine c’è tutta la questione delle bonifiche delle sabbie da fonderia nel sottofondo della variante alla ex SS246, che attualmente è in corso di smantellamento. Si tratta di quasi 100 mila metri cubi che non possono restare dove sono. Se vi siete agitati per le lacrime dei rifiuti della discarica murata, preoccupatevi per il sangue nero sversato dalle ‘ndrine venete, che probabilmente hanno lavorato anche negli otto km tra la SR11 e le Canove di Montecchio Maggiore.
E’ li dove Anas ha costruito nel 2006 il primo tratto della Pedemontana Veneta, quello della Lega della Dal Lago e del Senatore Ceccato. Nel conto mancano poi le centinaia di prescrizioni al progetto TAV che il CIPE ha chiesto di inserire nella progettazione, dimenticandosi però che, tra Montebello e Altavilla, le fondazioni dell’alta velocità intercetteranno la falda inquinata dal plume dei PFAS. Al momento non vi è alcuna previsione o studio sulle conseguenze che gli scavi dei piloni e delle trincee potrebbero causare. Altri tempi che si aggiungono a quelli che ha perso la regione.
Per questo torna attuale quanto avevamo proposto in consiglio regionale nel 2017 e che avevamo messo all’ordine del giorno anche del nuovo governo giallo verde nel 2018. Chiedevamo il totale ripensamento del tratto ovest con blocco della galleria Malo Castelgomberto, oltre alla revisione del resto del tratto fino a Spresiano e la completa interconnessione con la ferrovia dell’opera. Adesso crediamo sia giunto il momento che si apra un confronto almeno su tratto della Valle dell’Agno e che territori, cittadini e categorie si incontrino per parlarne senza pregiudiziali ed esclusioni. Proponiamo a tutti indistintamente un incontro e un confronto da tenersi magari a Montecchio Maggiore nelle prossime settimane.

2 commenti:

  1. Gennaio 2018 una neve ghiacciata fece fare diversi incidenti all'incrocio fine della circonvallazione di Montecchio, inserimento nella regionale 11, In uno di questi incidenti apri un varco nel guard rail, non vi erano divieti e mi calai giù. Camminai da quel luogo fino a meno di 100 metri dalla ferrovia VR - VI, cioè territorio di Brendola. Lo scasso futura Pedemontana è largo 35 metri, in più è sempre in discesa. 31 0ttobre 2010 e fino al 3 novembre ci fu alluvione. Il tratto finale di questa circonvallazione di Montecchio si allagò da metà dicembre 2010 a tutto gennaio 2011. Vi è fotografato Sandini in canoa. L'inserimento dalla Regionale per andare a Montecchio chiuso fino a tutto febbraio 2011 per allagamento. Il tratto inverso, quello che si immette da Montorso liberato a gennaio. Alluvione del febbraio 2014. Subito chiuse le entrate e le uscite dalla regionale 11 in uscita ed in entrata da Montecchio, A marzo si riapre il tratto da Montorso, quello che va verso Montecchio riaperto ad aprile 2014. Idrovore, in azione giorno e notte, in ambo i casi, a togliere l'acqua, ai più, che non lo sanno l'acqua veniva e viene pompata nell'ex cava Vaccari a Montecchio, a carico di Veneto Strade, il tutto ancora a Pasquetta del 2014. Ma il nuovo tratto dalla regionale fino a quasi i binari della ferrovia è sempre più in discesa. Una volta tolto il diaframma in uscita dalla circonvallazione di Montecchio che fine farà la valanga d'acqua, della falda come appena detto. Non è con il futuro pagamento del biglietto della superstrada gli regalano anche un buono gommone per salvarsi, compreso nel prezzo! E come faranno pompare in su l'acqua fino alla cava vaccari, O pensano di inserire questa acqua nel fiumicello Brendola che alle porte di Lonigo si immette nella Guà, tenuta in piedi dal bilanciamento idraulico del bacino di Montebello, reso dimezzato della sua capacità, perché per metà riempito di discariche di fanghi conciari? Chi verrà vedrà!

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