Dando
seguito alle
dichiarazioni relative ai caselli della Pedemontana Veneta, dell’A4,
e della TAV rese dalla Struttura
di Progetto Pedemontana Veneta della Regione Veneto
e
dall’Amministrazione
Comunale di Montecchio Maggiore con
il comunicato di TVIWEB,
per altro rincarate sulla stampa odierna, vogliamo dimostrare che le
questioni di SPV, sono apprese per sentito dire dai massimi
responsabili che Zaia ha messo a presidiare il colabrodo della
Pedemontana Veneta.
I
pellegrini continuano con le panzane
al quadrato da azzeccacarbugli, però i fatti sono i fatti: il
casello di A4 non si farà e neanche l’innesto di Pedeveneta sul
principale asse viario della Valle Padana, perché sin dal 2013 lo
hanno delegato alla Brescia-Padova che da sempre corre parallela alla
ferrovia. Questo è il progetto che è reperibile sullo stesso sito
della Regione Veneto dove si presenta la Superstrada Pedemontana
Veneta:
https://app.box.com/s/a23dihnfmrqoqkxs3fe4l73l1uwyc4vq/folder/61410893607.
Perché
il progetto esecutivo di SPV sia stato chiuso in fretta
e furia entro la fine del 2013, delegando l’innesto principale a
ovest alla A4, sta nel fatto che avrebbero perso i 370mln di € che
hanno permesso alla SIS e alla SPV di sopravvivere fino al 2018,
poichè «...il
mancato conseguimento, alla data del 31 dicembre 2013, delle
finalita' indicate al comma 1, determina la revoca del finanziamento
assegnato...».
Questo recita il comma 11 all’art. 18 (Sblocca cantieri,
manutenzione reti e territorio e fondo piccoli Comuni) del
DECRETO-LEGGE
21 giugno 2013, n. 69
perfezionato
con il comma 2 e con il successivo Decreto
17 luglio 2013
congiunto
del
MEF
e del MIT
(14A01273).
Chiunque
può verificare le prese in giro ai veneti che questa giunta, il
suo presidente Luca Zaia e gli adoratori di questa Pedemontana stanno
facendo, è ora che si facciano una ragione delle frottole che vanno
raccontando perché la carta su cui le scrivono vale meno di quella
igienica.
Valga
a dimostrazione di ciò il fatto che hanno venduto ai mercati
internazionali un’opera progettata e finita e invece era
incompleta. Chissà che diranno i
garanti della Borsa di Dublino
delle
sciocchezze che questi raccontano, in Irlanda non sono certo pronti a
ingoiare una inaugurazione farlocca, spacciata per apertura della
porta per Milano,
con
il problema che la porta non si può fare e forse non si farà mai.
Chiunque
può vedere che il ponte nuovo sulla ferrovia ad Alte di
Montecchio Maggiore eseguito per raggiungere, dalla SR11, il casello
esistente della A4. Tutti possono vedere che ha certamente
considerato il passaggio della TAV nella sua realizzazione.
Chiunque
può comprendere
che in quell’area compresa tra Brendola, Alte, Montecchio Maggiore
e Montebello si concentrino una serie di nodi infrastrutturali
cruciali come dimostrano i progetti di TAV, dell’ampliamento della
Ferrovia, di Pedeveneta, della 3^ corsia di A4 e adesso anche le
tangenziali venete del
recente Decreto Sblocca Cantieri.
Chiunque
può constatare che RFI ha un cattivo precedente con i cantieri
di SIS con cui è in contenzionso per la metropolitana a Palermo,
dove ha abbandonato il cantiere.
Per
queste regioni Cecchetto,
Trapula e Faccio, devono dimettersi
per il disastro che hanno coperto inseguendo Salvini e le panzane
sovraniste, non sono neanche in sella e il tratto ovest della SPV è
bloccato e lo resterà per un pezzo. Speriamo che tra di loro nessuno
punti a riesumare la
vecchia area del CIS
cosi
tanto vicina, troppo, alle gincane tra SPV, SR11 e casello di A4
nuovo o vecchio che sia.
Infine
c’è tutta la questione delle bonifiche delle sabbie da
fonderia nel sottofondo della variante alla ex SS246, che attualmente
è in corso di smantellamento. Si tratta di quasi 100 mila metri cubi
che non possono restare dove sono. Se vi siete agitati per le lacrime
dei rifiuti della discarica murata, preoccupatevi per il sangue nero
sversato dalle ‘ndrine venete, che probabilmente hanno lavorato
anche negli otto km tra la SR11 e le Canove di Montecchio Maggiore.
E’
li dove Anas ha costruito nel 2006 il
primo tratto della Pedemontana Veneta,
quello della Lega della Dal Lago e del Senatore Ceccato. Nel conto
mancano
poi le centinaia di prescrizioni al progetto TAV
che
il CIPE ha chiesto di inserire nella progettazione, dimenticandosi
però che, tra Montebello e Altavilla, le fondazioni dell’alta
velocità intercetteranno
la falda inquinata dal plume dei PFAS.
Al momento non vi è alcuna previsione o studio sulle conseguenze che
gli scavi dei piloni e delle trincee potrebbero causare. Altri tempi
che si aggiungono a quelli che ha perso la regione.
Per
questo torna
attuale quanto avevamo proposto
in
consiglio regionale nel 2017 e che avevamo messo all’ordine del
giorno anche del nuovo governo giallo verde nel 2018. Chiedevamo il
totale ripensamento del tratto ovest
con blocco della galleria Malo Castelgomberto, oltre alla revisione
del resto del tratto fino a Spresiano e la completa interconnessione
con la ferrovia dell’opera. Adesso crediamo sia giunto il momento
che si
apra un confronto
almeno su tratto della Valle dell’Agno e che territori, cittadini e
categorie si incontrino per parlarne senza pregiudiziali ed
esclusioni. Proponiamo a tutti indistintamente un
incontro e un confronto da tenersi magari a Montecchio Maggiore nelle
prossime settimane.
Gennaio 2018 una neve ghiacciata fece fare diversi incidenti all'incrocio fine della circonvallazione di Montecchio, inserimento nella regionale 11, In uno di questi incidenti apri un varco nel guard rail, non vi erano divieti e mi calai giù. Camminai da quel luogo fino a meno di 100 metri dalla ferrovia VR - VI, cioè territorio di Brendola. Lo scasso futura Pedemontana è largo 35 metri, in più è sempre in discesa. 31 0ttobre 2010 e fino al 3 novembre ci fu alluvione. Il tratto finale di questa circonvallazione di Montecchio si allagò da metà dicembre 2010 a tutto gennaio 2011. Vi è fotografato Sandini in canoa. L'inserimento dalla Regionale per andare a Montecchio chiuso fino a tutto febbraio 2011 per allagamento. Il tratto inverso, quello che si immette da Montorso liberato a gennaio. Alluvione del febbraio 2014. Subito chiuse le entrate e le uscite dalla regionale 11 in uscita ed in entrata da Montecchio, A marzo si riapre il tratto da Montorso, quello che va verso Montecchio riaperto ad aprile 2014. Idrovore, in azione giorno e notte, in ambo i casi, a togliere l'acqua, ai più, che non lo sanno l'acqua veniva e viene pompata nell'ex cava Vaccari a Montecchio, a carico di Veneto Strade, il tutto ancora a Pasquetta del 2014. Ma il nuovo tratto dalla regionale fino a quasi i binari della ferrovia è sempre più in discesa. Una volta tolto il diaframma in uscita dalla circonvallazione di Montecchio che fine farà la valanga d'acqua, della falda come appena detto. Non è con il futuro pagamento del biglietto della superstrada gli regalano anche un buono gommone per salvarsi, compreso nel prezzo! E come faranno pompare in su l'acqua fino alla cava vaccari, O pensano di inserire questa acqua nel fiumicello Brendola che alle porte di Lonigo si immette nella Guà, tenuta in piedi dal bilanciamento idraulico del bacino di Montebello, reso dimezzato della sua capacità, perché per metà riempito di discariche di fanghi conciari? Chi verrà vedrà!
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