martedì 11 agosto 2015
Follesa e il caso Pianezze
Tratto da TAEPILE
La portavoce del Covepa di Bassano del Grappa diffida il sindaco di Pianezze per una querelle urbanistica che riguarda gli espropri della Pedemontana Veneta. Massimo Follesa, portavoce del Covepa, commenta a caldo.
SPV-ESPROPRI DIFFIDA AL SINDACO DI PIANEZZE
www.ilgiornaledivicenza.it |
Perchè il sindaco di Pianezze Luca Vendramin nasconde la faccia? Perchè l'ha persa di fronte alle asine di Matilde, che hanno più dignità nel caso dell'esproprio simbolo della SPV.
Matilde Cortese portavoce del CoVePA di Bassano del Grappa ieri 11/08/15 ha tenuto una conferenza stampa a Pianezze nei luoghi del cantiere della SPV per spiegare cosa è successo. In relazione alla vicenda dell'esproprio della Pedemontana Veneta nei terreni della azienda agricola della sua famiglia, Matilde Cortese ha presentato i documenti depositati al protocollo del comune di Pianezze.
Matilde ha dichiarato:"riguardano la diffida ad adempiere nei confronti del sindaco di Pianezze Dott. Luca Vendramin perché ritiri gli atti che compiuto a discapito della azienda di famiglia e della trattativa in corso. Essi sono inseriti nella nota vicenda degli espropri che ogni cittadino può subire, da parte di un ente pubblico rappresentato da un Sindaco che con la recente delibera del 30 luglio del 2015 si è piegato alla speculazione immobiliare. Si è dimostrato così prono da avvallare atti in cui si prevede l'esproprio di un brandello della azienda lontana dalla SPV, al margine dell'area industriale di Pianezze e che nulla ha a che vedere con la viabilità complementare della SPV, ma tesa solo ad avvallare gli interessi di chi vuole continuare a costruire capannoni. Non ha nemmeno avuto il coraggio di rispondere di persona alle proposte e alle richieste che gli avevo inviato e sollecitato."
Luca Vendramin e la sua Giunta hanno rifiutato tutte le proposte di mediazione che in questo momento sono al vaglio del tavolo presso la sede del Commissario Vernizzi.
lunedì 10 agosto 2015
A4-A31 ACCORDO CON ABERTIS
www.corrierecomunicazioni.it |
TRATTO DA it.reuters.com
Abertis ha firmato un accordo di esclusiva per l'acquisto del controllo di A4 Holding, a cui fanno capo le autostrade italiane A4 (Brescia-Padova) e A31 (Vicenza-Piovene-Rocchette).
giovedì 6 agosto 2015
Ddl Madia, addio territorio italiano
corrieredelmezzogiorno.corriere.it |
TRATTO DA www.altreconomia.it
Da oggi, "Se il governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso", così Tomaso Montanari -storico dell'Arte che insegna all'Università di Napoli- a poche ore dall'approvazione del Senato del provvedimento delega fortemente voluto dal presidente del Consiglio che smantella le Soprintendenze.
Da oggi, "Se il governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso", così Tomaso Montanari -storico dell'Arte che insegna all'Università di Napoli- a poche ore dall'approvazione del Senato del provvedimento delega fortemente voluto dal presidente del Consiglio che smantella le Soprintendenze.
Il ddl Madia sulla presunta riforma della pubblica amministrazione è legge.
Dopo che il Senato della Repubblica ha definitivamente approvato la
norma di delega (S.1577-B) -il 4 agosto-, il presidente del Consiglio ha
inviato un “abbraccio ai gufi” via Twitter. Sarcasmo che stride con l'accorato appello rivolto a fine luglio da un gruppo di intellettuali -tra cui Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Corrado Stajano, Dario Fo-
al presidente della Repubblica e al ministro dei Beni culturali per
“fermare il ddl Madia”, e sottoscritto da da più di 23mila persone. "Il più grave attacco al sistema della tutela del paesaggio
e del patrimonio culturale mai perpetrato da un Governo della
Repubblica -recitava il manifesto a proposito del provvedimento-. Anzi,
l’attacco finale e definitivo”.
Ad approvazione avvenuta, abbiamo sentito Tomaso Montanari, storico dell’Arte che insegna all’Università di Napoli. Che si dice “molto pessimista”.
Project financing. Zanoni (PD): legge-scaricabarile. persa un'enorme occasione di riforma
gruppodinterventogiuridicoweb.com |
(Arv) Venezia 5 ago. 2015 - “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni, commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza – ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale - prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare. “E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
(Arv) Venezia 5 ago. 2015
- “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a
sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette
nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno
bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi
verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In
sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per
coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da
chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni,
commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le
leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per
la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui
project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive
l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda
di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono
stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è
stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di
scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio
regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza –
ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero
incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in
maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario
di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è
rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale -
prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul
loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno
neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti
importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele
Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni
in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici
interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche
senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e
pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare.
“E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo
scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
- See
more at:
http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=84&c=5&e=88&t=1&idNotizia=28632#sthash.iQnzzrzs.dpuf
(Arv) Venezia 5 ago. 2015
- “C’è ora da chiedersi se le modifiche approvate ieri non vadano a
sconfinare nel terreno del danno erariale. Nella legge infatti si mette
nero su bianco che potranno essere indennizzati coloro che si vedranno
bloccato l’iter di project financing e che i soldi per gli indennizzi
verranno attinti dalle voci di bilancio per la manutenzione stradale. In
sostanza, i soldi dei contribuenti veneti, invece di essere usati per
coprire le buche, serviranno a coprire i buchi degli errori commessi da
chi, a partire da Zaia, governa il Veneto”.
A dirlo in una nota è il consigliere regionale del PD e vice presidente della Seconda Commissione, Andrea Zanoni,
commentando il provvedimento varato ieri dall’Aula, che modifica le
leggi regionali 27/2003 e 15/2002 in materia di finanza di progetto per
la realizzazione di infrastrutture di viabilità e trasporto.
“Sui
project financing è stata persa un’enorme occasione – scrive
l’esponente democratico - Si poteva procedere con una revisione profonda
di questo sistema, per limitare tutta una serie di errori che sono
stati compiuti dal governo regionale negli ultimi anni. Purtroppo è
stata approvata una legge fatta in fretta e furia al solo scopo di
scaricare le responsabilità degli errori commessi al Consiglio
regionale, senza intervenire alla radice dei problemi. La maggioranza –
ricorda poi Zanoni - si è rifiutata di introdurre cambiamenti davvero
incisivi. L’esigenza di definire le opere in project financing in
maniera più dettagliata, evitando così le richieste del concessionario
di introdurre modifiche in corso d’opera che fanno lievitare i costi, è
rimasta inascoltata. C’è stato un muro totale -
prosegue - anche sul tema della maggiore tutela degli espropriati e sul
loro diritto al risarcimento, spesso e volentieri violato. E non hanno
neppure voluto ascoltare i pareri e i suggerimenti di soggetti
importanti come l’Autorita’ Nazionale Anti Corruzione di Raffaele
Cantone o l’Unità tecnica di finanza di progetto del Cipe”.
Zanoni
in conclusione evidenzia come “abbiamo avuto conferme sia dagli uffici
interni che dall’avvocatura che di fatto la Giunta poteva già, anche
senza questa legge, fare lo screening delle opere in project financing e
pure bloccarle, come è accaduto in tempi recenti con la Via del Mare.
“E’ evidente che il senso del provvedimento è solo quello di fare lo
scaricabarile delle colpe di Zaia e dei suoi”.
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In
questa giornata che ricorda il bombardamento atomico sulla città di
Hiroshima abbiamo inviato all'assessore regionale Elisa De Berti una
richiesta di incontro.
Abbiamo
visto che negli ultimi giorni ha preso in mano le
questioni di legalità relative alle opere e ai cantieri del
veneto con il nuovo protocollo sottoscritto con i prefetti, oltre ad
aver aperto un
tavolo sugli espropri della Pedemontana Veneta con coloro i quali
rappresentano una parte importante degli espropriati ma pur sempre
una parte e sicuramente la meno critica.
Siamo
consci che l'accusa di essere gli uffici contratti della SPV, rivolta
a questi da parte di molti soggetti interessati ai disastri della
Pedemontana Veneta, non sia destituita di fondamento, soprattutto
dopo aver sottoscritto l'accordo di Renato Chisso e di SilvanoVernizzi sugli espropri.
Per
questo e per affrontare un confronto costruttivo sugli aspetti di
programmazione e sugli atti di indirizzo regionali, in particolare
sul tema della progettazione di finanza e sulle contraddizioni della
Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta abbiamo avanzato la
richiesta di un incontro, in cui confrontarci sui seguenti aspetti di
dettaglio:
- Nuova legge regionale sui progetti di finanza.
- Programma Regionale dei Trasporti, pianificazione delle risorse e regole nella revisione delle proposte di progettazione di finanza.
- Soluzioni integrative delle infrastrutture stradali con servizio ferroviario nella Pedemontana Veneta a completamento del SFMR.
- Aggiornamento sulla situazione finanziaria e sul Piano economico e finanziario della SPV.
- Attuazione dei lavori, violazioni della progettazione, degli accordi e della programmazione economica nella attuazione della SPV.
- Situazione degli Espropri, modello degli accordi e dei contatti di SPV.
- Viabilità complementare non a pagamento a servizio del territorio nella Pedemontana trevigiana e vicentina.
Elvio
Gatto
Matilde
Cortese
Massimo
Follesa
martedì 4 agosto 2015
LA PISTOLA FUMANTE DI ZAIA
nathancharles.net |
Pubblichiamo la nota dell'arch. Carlo Costantini che chiarisce in queste ore di attesa, cosa sta dietro alle proposte di Luca Zaia sui Project Financing. Dirsi
stupiti dei progetti di legge di Zaia presentati alla fine di giugno
è inutile, in particolare il n. 15 protocollato il 29/06/2015 a
firma Luca Zaia lo smaschera. Infatti un presidente della giunta
rieletto con oltre il 50% dei votanti la dice lunga sul mandato che
potrebbe intraprendere, e invece no: deposita una ridda di proposte
tutte a vantaggio di chi finanzia la politica e non certo di quella
maggioranza che lo ha votato. La firma di Luca Zaia sulla proposta
per la riforma dei “progetfinansing” è la pistola fumante che lo
inchioda alle sue responsabilità con cui apre il suo secondo
mandato. Se è così sarà tutto volto a parare le chiappe al sistema
veneto, una vera e propria “camurria”,
un imbroglio, una mafia veneta insomma che secondo il detto “schei
e amicisia orba la giustisia”, tende a coprire le perdite
adesso che la festa è veramente finita. A chiudere il festino sono le "regole"
dell'economia italiana, ancora in piena crisi, che vuole togliersi di
dosso il sistema delle tangenti e dei falsi progetti di finanza senza
passare dalla galera (NDR).
L'obiettivo
del PDL n.15 di Zaia è il Project Financing, vale a dire che è cercare di mettere la classica pietra sopra ad "errori"
di valutazione ed atti che spesso sono andati oltre la linea d'ombra
del lecito-illecito. Questi atti sono stati compiuti dalle giunte
Galan-Chisso e dalla stessa Giunta Zaia-Chisso. A questi atti non
sono mancate i si ossequiosi dei colonnelli, dei soldati semplici e dei dirigenti
regionali del Nucleo di Valutazione e Verifica, con la regia del
super-dirigente Vernizzi, che avevano recepito tutti i progetti
presentati nella programmazione regionale, contribuendo a dichiararli di pubblico
interesse. Sono tutti stati preceduti dagli accordi tra Galan e
Baita con dietro tutto il gruppo facente capo alle imprese della CVN
( si veda "Veneto anno zero" di R. Mazzaro e ciò che lo stesso Baita dichiara negli interrogatori dell'inchiesta che lo ha
coinvolto e perfino Galan lo dice nel libro-intervista "Il
Nordest sono io"). In altre parole, Zaia ha capito che - con il cambio
della guardia tra Lupi e Del Rio (e Padoan che tiene i conti) - i
finanziamenti pubblici non potranno più lievitare, come nel caso
del Mose e della Pedemontana Veneta. Oramai gli è chiaro che alcuni dei PF presentati e/o
accolti sono finanziariamente insostenibili, con il PDL n.15 Zaia
vuole avere un mandato in bianco dal Consiglio, ovvero una copertura
politica e giuridica per ritrattarli. E' significativo che questo
atto al limite, non venga preceduto da un passaggio in
giunta, anzi che la neo assessore De Berti, da avvocato si guardi bene dal metterci le mani e il nome come pure il
presidente.
Più
che una ritrattazione sembra che si prepari una nuova negoziazione
con buone uscite per tutti, che non avendo alcun riscontro in
sede pubblica e con il vaglio del Consiglio regionale e il controllo
delle opposizioni, potrà avvenire con la più ampia discrezionalità
nel decidere quali confermare e quali revocare, e a quale prezzo per
le casse regionali. Ricordiamo ancora che non a caso i 150 milioni
previsti quali risarcimenti corrispondono all'1% dei 15 miliardi
dell'importo delle opere in PF: una buona uscita per i progetti
preliminari.
E'
da rilevare che praticamente tutti i
PF dell'elenco fornito al consiglio regionale, probabilmente
incompleto, sono riconducibili alle stesse persone e alle stesse
ditte. In primo luogo si tratta della Mantovani SpA e della Adria
Infrastrutture SpA, società controllata dalla stessa Mantovani, ma
di cui, secondo ciò che emerge dalle pubblicazioni degli atti dell'inchiesta MOSE disponibili,
Galan e Chisso avrebbero detenuto quote azionarie attraverso l'ex
segretaria di Galan, la Claudia Minutillo.
lunedì 3 agosto 2015
IL COVEPA DIFFIDA IL PROGETFINANSING ALLA VENEZIANA: le cipolle di Galan adesso le taglia Zaia!
risottoallozafferano.wordpress.com |
Stamane
il CoVePA nella persona del portavoce dell'ovest vicentino, ha inviato una formale
diffida alla Regione Veneto (allegato 1), perché chi di dovere si
impegni affinché il progetto di legge n. 15 del 26.06.2015 sulla
revisione dei project financing (allegato 2) non passi. Si tratta di
una norma che se approvata espone la Regione Veneto a possibili
azioni risarcitorie proprio da parte di quei soggetti che oltre a
scassare i territorio si apprestano a scassare ancor più le finanze
regionali. Siamo ben certi che la maggioranza tirerà diritta e userà
i suoi numeri per votare senza se e senza ma, e a passo di carica, un
provvedimento che già si annuncia gravido di conseguenze negative,
che qualcuno ha già cominciato ad evidenziare sia sui
media
che nell'agone
politico veneto.
I consiglieri di maggioranza,
probabilmente senza leggerlo fino in fondo, hanno votato in
commissione un provvedimento “perché lo vuole Zaia”. Hanno
dimostrato così poco senso delle istituzioni e ancora meno del bene
pubblico e soprattutto di quello comune. Possibile che non si siano
resi conto di essere i soldatini ossequiosi di un Presidente che
vuole salvare ciò che non è salvabile e per giunta con i soldi dei
veneti: le proposte di autostrade degli amici di Galan, Baita e
Mazzacurati, tutti in legge obiettivo e in finanza di progetto ormai
fallita!
Il
progetto di legge di Zaia contiene norme pericolose
e ambigue. La nuova norma di modifica della legge regionale sui
“progefinasing alla veneziana”, continua con le cipolle di Galan,
ma questa volta le taglia Luca Zaia e l'alloro ce lo mettono gli
amichetti degli uffici legali delle decine di società coinvolte nei
15 mld di € di infrastrutture autostradali del Veneto. Guarda caso
proprio con 150mln di €, l'1% di quella torta, Zaia costituisce il
finanziamento per pagare le progettazioni di finanza coi buchi.
Chi vota quella legge sappia però che
si espone di persona. Sarà nostra cura muoverci nelle sedi opportune
a partire dall'ambito penale e da quello erariale perché nel caso in
cui in futuro si avverassero le nostre previsioni chi deve pagare
paghi. E di tasca propria e, se del caso, con la galera. A certi
signori, a partire dal primo firmatario del progetto di legge, tale
Luca Zaia, sembra che il caso Mose, poco o nulla abbia insegnato.
Arrivederci nei campi, nelle piazze e nei tribunali.
Massimo
Follesa - portavoce CoVePA OvestVI
Il Galan che è in Zaia di M.M.
corrieredelveneto.corriere.it |
Presentiamo l'articolo tratto da TAEPILE di M. Milioni con la pericolosa e ambigua nuova norma di modifica della legge regionale sui progefinasinga alla veneziana. Le cipolle questa volta le taglia Luca Zaia e l'alloro ce lo mettono gli amichetti degli uffici legali delle decine di società coinvolte nei 15 mld di € di infrastrutture autostradali del Veneto. Guarda caso proprio l'1% di quella somma costituisce il finaziamento per pagare le progettazioni di finanza coi buchi (NDR).
Non che la cosa fosse ignota. Ma alla fine Luca Zaia ha dovuto mostrare
la sua vera natura. Quella di erede del sistema di potere messo in piedi
da Galan e soci. Basta una scorsa veloce al progetto di legge regionale
sulla revisione dei project financing per capire quale sia l'intenzione
reale del governatore veneto. «Per la copertura di oneri che sono
previsti a carico della Regione - si legge all'articolo 4 comma 5 del
disegno di legge 15 del 29 giugno 2015, primo firmatario Zaia - per la
realizzazione di singole opere non oggetto di provvedimenti di revoca e
che non sono ancora finanziati, la giunta regionale è autorizzata a
ricorrere alla concessione di mutui da parte della Cassa Depositi e
Prestiti o da parte di altri Istituti di credito e comunque a contrarre
ad altre forme di indebitamento consentite
dalla legislazione vigente per un importo complessivo non superiore a
Euro centocinquanta milioni di euro».
Questo potrebbe essere il costo per l'uscita in bonis dalla partita dei
project financing. La cosa grave è che Zaia non spiega esattamente quali
siano gli oneri per la regione. Segno evidente che non ci sono. O, a
meno che non siano stati occultati in qualche incoffessabile accordo mai
venuto alla luce, se ci sono, sono più che altro immaginari, perché il
richiamo all'articolo «21 quinquies della legge 7 agosto 1990 numero
241» in ragione del quale lo Stato prevede un ristoro a favore del
privato è campato per aria. Il ristoro infatti è previsto dalla norma
solo a fronte di circostanze specifiche, per esempio un contratto
valido, magari di convenzione, già stipulato tra le parti. L'avvio di
un semplice iter non costituisce alcun titolo di pretesa da parte dei
privati. Zaia, o meglio i legulei che gli hanno scritto il disegno di
legge, lo sanno; tanto che per impiccare la regione all'albero di futuri
pagamenti verso terzi, all'oggi non si capisce perché dovuti, è
necessario che sia proprio la deibera allo studio del consiglio a
disegnare il diritto acquisito per il privato.
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