mercoledì 4 settembre 2013

Consiglio veneto: don Bizzotto chiede moratoria grandi opere

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03 settembre 2013
(Arv) Venezia 3 set. 2013 –     Fermare le grandi opere e il consumo del suolo: è la preghiera accorata che don Albino Bizzotto, fondatore di ‘Beati i costruttori di pace’ ha rivolto al Consiglio regionale del Veneto, nell’incontro svoltosi a palazzo Ferro-Fini con il presidente Clodovaldo Ruffato, i capigruppo e il vicepresidente della Giunta Marino Zorzato. Un incontro di dialogo e confronto, proposto dal presidente Ruffato come segno di ascolto e di attenzione verso il gesto estremo di protesta adottato dal sacerdote padovano (due settimane di digiuno totale, dopo ferragosto) per invocare il “rispetto del creato” e denunciare le “ferite della terra”. “Il pianeta è ormai esausto – ha spiegato don Bizzotto – e il Veneto è una delle regioni più compromesse, dove si sono consumati 38 ettari di suolo al giorno e dove l’impronta ecologica (cioè il numero di ettari necessari per produrre le risorse consumate da ogni singolo abitante) è quattro volte maggiore del rapporto ideale di sostenibilità (6,4 ettari pro capite contro i 1,6 ettari di capacità effettiva). Da qui l’appello di don Bizzotto e dei comitati ambientalisti che ne hanno appoggiato e condiviso l’iniziativa a interrogarsi sull’utilità delle grandi opere, circa trenta quelle in progettazione, tra “autostrade, superstrade, svincoli e tangenziali, Mose e infrastrutture portuali, autodromi e aeroporti” che stanno cambiando il volto del Veneto. “Siamo capaci di fermarci e di rispettare la ‘grammatica’ della natura?”, ha chiesto don Bizzotto ai politici invitandoli a non scambiare per “nostalgia del passato” quello che è una revisione critica del’attuale modello di sviluppo.
“Ringrazio don Albino – ha esordito Ruffato - perché con il suo gesto forte e coraggioso, ha richiamato l’attenzione di tutti, cittadini, politici e istituzioni, sul dovere primario di rispettare la terra e sugli eccessi dell’urbanizzazione che hanno contradistinto il Veneto negli ultimi decenni. Il suo digiuno interroga le coscienze di tutti noi e non può lasciare nessuno indifferente. Il problema della terra e del paesaggio – ha riconosciuto il presidente del Consiglio - mette in discussione il nostro modello di sviluppo e ipoteca il futuro delle nuove generazioni. Ereditiamo una situazione gravemente compromessa da scelte maturate in anni lontani, ispirate da altri modelli culturali. Tuttavia non possiamo e non vogliamo essere testimoni passivi e indifferenti dei processi di continua aggressione del territorio. Stiamo facendo nuove leggi, da quella sul commercio al nuovo piano casa, che stanno cercando di mettere ordine nella selva delle norme urbanistiche e di porre un freno a nuove cubature e nuovo consumo del territorio. Ma le leggi da sole non bastano – ha avvertito Ruffato - Serve una svolta culturale, una presa di coscienza collettiva, da parte dei centri decisionali ma anche dei semplici cittadini, perché siamo tutti responsabili”. E sul filo della responsabilità comune, trasversale agli schieramenti di maggioranza e opposizione, si è dipanato il confronto tra don Bizzotto (accompagnato da Michele Boato e da Oscar Mancini, storici esponenti del movimento ambientalista) e i rappresentanti delle diverse forze politiche. 

Per Antonino Pipitone, capogruppo di Italia dei Valori, “non si può cambiare ciò che è già stato realizzato, ma per il futuro si potrà e si dovrà fare in modo diverso”, rimettendo in discussione strumenti come la finanza di progetto, “strumenti intollerabile in sanità” I dati sull’incremento della cementificazione portati da don Bizzotto – ha osservato Pipitone – sono drammatici. Dobbiamo perciò fermare questa spirale, conciliando sviluppo e rispetto dell’ambiente.
“Ci sono ‘ferite da sanare’ ma anche norme da aggiornare – ha evidenziato Stefano Fracasso, presidente della commissione d’inchiesta sugli appalti pubblici istituita da pochi mesi dal Consiglio veneto – Il nostro lavoro di consiglieri regionali è anche quello di individuare eventuali aree grigie nelle normative, elementi di criticità che consentono di aggirare trasparenza e bene comune nel pianificare il territorio”. Fracasso ha quindi invitato don Bizzotto e i comitati ambientali a collaborare con la commissione nel lavoro di verifica critica di leggi e procedure. Per Dario Bond, capogruppo Pdl, “Il no al consumo del territorio non deve diventare un facile slogan o una battaglia di retroguardia”, perché i problemi sono complesse e le decisioni discendono da diversi livelli di programmazione e di governo. “Serve apertura mentale e atteggiamento di dialogo – ha avvertito Bond - Evitiamo pregiudizi e condizionamento ideologici, come ad esempio nella vicenda degli Ogm”. 
Più in linea con la ‘fotografia’  scattata da don Bizzotto sull’emergenza planetaria il rappresentante della Federazione della Sinistra veneta, Pietrangelo Pettenò: “La crisi del pianeta non è solo crisi ambientale, è crisi del modello di sviluppo. Serve che la politica veneta – ha perorato Pettenò - sappia dare una risposta che esca dal puro annuncio della Giunta regionale e ridisegni un quadro programmatico di opere ed interventi utili al nostro Veneto, dal punto di vista ambientale e sociale. Un nuovo modello che riesca a dare risposte alla domanda di occupazione che ormai ha raggiunto anche in Veneto livelli non più sostenibili. Bene ha fatto il presidente Ruffato ad invitare don Albino Bizzotto in Consiglio regionale ma ora dopo l'ascolto servono gli atti, i fatti concreti con il massimo coinvolgimento e partecipazione dei cittadini”. 
“Non mi piace la parola moratoria perché è uno stop alla cieca”, ha concluso il vicepresidente della Giunta Marino Zorzato. “La politica è responsabilità di programmare e di decidere”, ha aggiunto, invitando il Consiglio regionale ad affrontare in tempi rapidi il nuovo piano territoriale di coordinamento regionale e le nuove leggi che la Giunta ha predisposto (piano casa e disegno di legge sul contenimento del suolo). “Sulle grandi opere la pensiamo in maniera diverse, io resto convinto che infrastrutture come la Pedemontana siano utili e necessarie – ha replicato a don Bizzotto – ma gli strumenti che Giunta e Consiglio si stanno dando (Ptrc, nuova legge sul commercio, leggi urbanistiche) vanno nella direzione giusta”.

MC/ll/1336

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