Le pene "leggere" ai responsabili del tratto in costruzione e della sicurezza del cantiere, ma soprattutto i pesci grossi assolti, danno la misura di come sia possibile avere così tanti morti sul lavoro nel nostro paese. Per la magistratura sarà sicuramente un caso chiuso!! La solita farsa all'italiana. Ma i vertici della procura di Vicenza sanno benissimo il clima di lavoro che nel 2016 si respirava fuori dalla SPV, figuratevi dentro e le colpe morali di quei morti sono tutte sul metodo e sulla fretta di mostrare ai mercati degli investimenti internazionali che la pedemontana veneta lavorava ed era un prato verde da ingrassare. Peccato che abbiano usato il sangue di due persone.
Inoltre va ricordata la prescrizione incombente visto che il rinvio a giudizio del GIP è arrivato dopo 5 anni e mezzo, fatto per il quale non si può chiamare in causa il covid (SPV si è fermata forse per un mese), in sovrappiù la sentenza è l'anticipazione anche del destino del procedimento per il secondo decesso di SPV. Infine è indegno e ignobile la mancata costituzione dei sindacati degli edili a tutela della sicurezza e del diritto alla salute e contro la strage nei luoghi di lavoro in particolare in questo cantiere che rappresenta una falsa eccellenza.
GdiVI del 22/10/21 Pagina 23
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