Repubblica - Affari&Finanza - 28/04/2014 |
La difesa delle istituzioni democratiche, della Costituzione, degli spazi di democrazia è prioritaria in questa fase per opporsi e proporre alternative alle emergenze sociali, ambientali, della salute, del lavoro e della qualità della vita.
Quello che si era capito dalle inchieste veneziane (forse impantanate dalle candidature europee) ora viene ufficializzato, all'ombra del governo Renzi che al proprio interno vede la presenza diretta delle lobbies multipartisan (Lupi, Poletti, Guidi, ecc.)
Siamo di fronte a un vero e proprio cartello di grandi imprese e società autostradali, con relative banche di riferimento, che si impadroniscono delle nuove e vecchie autostrade, tra project financing e concessioni pluridecennali.
Dal grafico allegato all'articolo si può chiaramente vedere che la stragrande maggioranza delle nuove autostrade ad oggi previste è concentrata in Veneto. In minor misura ve ne sono altre in Lombardia, mentre ulteriori proposte stanno venendo avanti anche in Emlia-Romagna. Negli stessi anni in Veneto hanno messo le mani anche sugli ospedali, in un rapido crescendo che non si arresta , come risulta dalle proposte per Padova e dalle chiacchiere allarmate per l'ovest vicentino, soprattutto con l'industrializzazione del sistema nonostante i singhiozzi di Pedemontana Veneta. Il contratto di quest'ultima, con tutti i suoi dati finanziari messi a posto ad arte, è il vero fiore all'occhiello delle cene tra governanti veneti e amici del sistema Mose-Mantovani.
Probabilmente partiranno anche all'attacco per la privatizzazione delle società pubbliche e partecipate che gestiscono i servizi pubblici "a domanda rigida" (acqua, RSU, ecc.) , passando dai monopoli pubblici a quelli privati che garantiscono profitti senza rischio d'impresa. E' il capitalismo all'italiana, bellezza!
Il Ministro della Giustizia e quello dell'Ambiente stanno studiando provvedimenti legislativi per depenalizzare alcuni reati ambientali (a rischio il processo d'appello - condanna in primo grado per Scaroni e Tatò - di Porto Tolle, i prossimi processi all'ILVA di Taranto ed altri analoghi) e per impedire i ricorsi amministrativi contro le grandi e meno grandi opere.
Mentre i processi ad alcuni "resistenti" , fra cui gli amici/compagni veneziani, sembrano indicare che si voglia passare ad una nuova fase repressiva del dissenso, così come le riforme elettorali e istituzionali vanno chiaramente verso una riduzione dei poteri delle assemblee elettive e dell'autonomia degli eletti (vedi Italicum, chiamato pure super-porcellum) a favore del delirio presidenzialista del "re di napoli" e della esaltazione autocratica del giovane allievo di nonno Gelli.
Siamo d'accordo con chi ha proposto di unire e coordinare le forze democratiche, con la massima apertura e senza settarismi, data l'importanza della posta in gioco. Vanno coinvolte sia quelle presenti nella società civile, sia quelle presenti nei partiti politici e nelle istituzioni, ma che siano disponibili ad impegnarsi in una questione pre-politica e morale: cioè quella di staccare le consorterie politche da quelle affaristiche. La politica deve allontanare i suoi esponenti implicati nel sistema degli appalti e dei contratti che girano attorno a certi chiacchieratissimi pezzi da 90, sulla base anche delle inchieste delle procure, a partire da quelle venete, che devono fare i nomi dei politici coinvolti
Nessun commento:
Posta un commento
TU COMMENTI NOI MODERIAMO