lunedì 10 maggio 2021

SOLIDALI CON BALASSO. ZAIA QUANDO SE LA PRESE CON NOI E' RIUSCITO A QUERELARE UN MORTO

Il problema di Luca Zaia siamo noi Veneti, per questo vogliamo essere solidali con Natalino Balasso e con tutti gli altri a cui sono arrivate le querele di Luca Zaia e dei suoi tirapiedi. Ma non solo anche perché per primi abbiamo fatto le spese di quel metodo, ma soprattutto perché condividiamo il pensiero che l'attore polesano ha reso pubblico sulla sua piattaforma in patreon.com e disponibile anche su YouTube. Vogliamo ricordare che con quel metodo Luca Zaia è riuscito a prendersela con un morto. Con quel metodo sono stati regolati anche i rapporti tra chi si è occupato di contestare argomentando critiche fondate, a partire dal fatto che il Concessionario SIS e il suo concedente Luca Zaia per 5 anni non sono riusciti a pagare gli espropri con fondi propri, nonostante i 370 mln di € ottenuti dal governo nel 2013, in aggiunta ai 300 mln di € "finanziati proprio dai comunisti del complotto complottato mondialmente".

Come a Natalino Balasso anche a chi manifestava ad Altivole nell’ottobre 2014 contro la Pedemontana Veneta dei ladri Galan, Chisso e compagnia, che Zaia ha difeso con unghie, denti e due convenzioni capestro(2013-2017), sono arrivate comunicazioni di indagini ipotetiche. E quel metodo contro di noi è continuato anche dopo. In particolare ricordo quella a Giovanni Scotton, espropriato dalla Pedemontana Veneta e vale pochissimo la pelosa riconoscenza di Zaia nell'ennesimo talk-show quotidiano tenuto il 14 aprile scorso dove annunciava la nuova apertura di 35 km della SPV per i primi di maggio ormai imminente. Quella nota giunse neanche firmata da un giudice, infatti allo scopo si era prestato un commissariato di Bassano. Lui era fondatore con me e altri del CoVePA. Alla fine è finita nel nulla, ma a lui è costata soldi, preoccupazioni e la salute del suo cuore.

Su quella querela messa su da una squadretta da avanspettacolo, gli avvocati di Zaia, pagati con le nostre tasse, pretendevano la condanna ricorrendo contro all'archiviazione, anche se Giovanni era deceduto nel marzo 2018, con tanto di articoli sui giornali. Le accuse false erano quelle di aver gridato ladri in una manifestazioni, e alcuni geni delle telecamere avevano preso i nomi di quelli in primo piano. Ecco Giovanni non era un leccaculo, ma un Veneto di una pasta particolare, come ce ne sono ancora, pochi ma ce ne sono, sono i ribelli come quelli delle montagne, delle paludi e di certe città e fabbriche. Quelli che sanno di essere minoranza, ma anche di vederla giusta e di poter convincere altri a vederla come loro, perché Zaia è proprio brutto, brutto brutto!


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