«La
consigliera Rizzotto non riconosce la verità neanche quando gliela
disegnano. L'incontro di Castelfranco ha chiaramente rappresentato il
punto di vista di un soggetto come Confartigianato, favorevole
alla Spv ma che ora si accorge che questa grande opera sarà una
tassa occulta alle proprie attività. Rizzotto crede di essere
brillante e soprattutto crede di togliersi d’impaccio con un
post su Facebook. Ma si deve solo vergognare, poiché ha sempre
considerato carta straccia le conclusioni a cui era arrivato già da
molto tempo il CoVePA.
Soprattutto per quanto riguarda l’impossibilità di mantenere gli
obblighi in qualche modo delineati nel contratto di concessione. Ora
questa impossibilità che è poi sinonimo di incapacità è stata
certificata dagli artigiani». Questo è il commento dell'architetto
Massimo Follesa all'incontro
di Confartigianato sulla SPV tenuto a Castelfranco il 1 febbraio
scorso all'Hotel Fior. Follesa poi rincara la dose prendendosela con
una certa
politica di opposizione che sembra non voler segnare nel proprio
tabellino neanche gli autogoal di Zaia, pur di non
disturbarlo.
«Fa
pensare che nessuno dell'opposizione regionale, impegnato in campagna
elettorale a marcare le differenze dal governo si perda per strada
quelle dal governo regionale dello Zaia salvatore dei
salernitano-piemontesi di SIS e di cui la Rizzotto è la capogruppo.
La consigliera ammetta che la SPV diventerà un buco per la Regione
Veneto poiché su quella arteria non ci sarà mai traffico
sufficiente a coprire il contributo che il governatore leghista Luca
Zaia ha garantito al concessionario SIS».
Per
capire questo fatto basti considerare che il percorso autostradale
con la tradizionale A4 da Montecchio Maggiore a Treviso Nord costa
8,5 euro per 65 minuti di viaggio contro i 16.30 euro tra Montecchio
e Spresiano via Pedemontana a fronte di una riduzione di viaggio di
soli cinque minuti ovvero per 60 minuti.
Per
Matilde Cortese, la presidente del CoVePA, «la consigliera Silvia
Rizzotto parla fuori tempo massimo in quanto le tanto sbandierate
compensazioni, ovvero quelle opere di varia natura che avrebbero
dovuto mitigare l’impatto della nuova superstrada, sono state
considerate come costi aggiuntivi. Per questo motivo il costo
dell'opera è lievitato oltre misura in modo artefatto. E adesso
sembra pure che non ci siano quattrini per realizzarle. Ricordo bene
che il 21 dicembre 2015 in audizione davanti alla Corte dei Conti
l'assessore regionale ai trasporti, la leghista Elisa De Berti
dichiarò che mancava mezzo miliardo per le opere di adduzione,
ovvero quelle strade che servono a portare il traffico dentro la Spv.
Cosa che si è impegnata a coprirli con soldi regionali andando oltre
la linea di ciò che sarebbe lecito. E quindi la Rizzotto si sveglia
solo adesso? Dov’era visto che de Berti fa parte della giunta
sorretta dalla sua maggioranza?». Matilde Cortese sostiene inoltre
che per rispettare il rigido cronoprogramma imposto dalla Regione,
Sis è costretta a lavorare soprattutto lungo l’asse principale di
94 km e riducendo al minimo i lavori sulle strade di adduzione: il
tutto per rispettare la fatidica data della prevista consegna ovvero
quella del 20 settembre 2020. Se ne ricava che oltre all’aggravio
sui costi e sui conti pubblici, tanto da rendere concreto il danno
erariale, vi sarebbe la reale inefficacia dell'opera sul mercato dei
servizi autostradali, a causa di tutte le criticità che crea alla
rete locale come quelle di Montecchio Maggiore, Breganze, Marostica,
Bassano, Rosà, Cassola e Mussolente, quindi le criticità non
sarebbero solo a Treviso in primis come per i caselli di
Montebelluna, Vedelago, Spresiano, Povegliano ma su tutto il
tracciato.
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