Il
Giornale di Vicenza di oggi 3 aprile, a pagina 7, riportava in un
articolo a firma dell'inviata Roberta Bassan la situazione
paradossale di Veneto Strade. Il commissario Vernizzi AD della
società che gestisce la rete stradale regionale certifica la
mancanza di soldi e l'impossibilità di rispettare le decine di
accordi sottoscritti a margine del progetto della SuperAutoStrada
Pedemontna Veneta. Qualcuno non vuole riempire le casse al
Commissario dimezzato che oltre ad essere attaccato dai ricorsi dei
cittadini e di qualche sindaco coraggioso, forse sta subendo un
regolamento di conti tra i vertici regionali. Il buon senso di
qualcuno avrebbe compreso che Vernizzi è il braccio di
Galan-Chisso-Sartori, il quale piuttosto che rispondere agli epigoni
lumbard, risponderebbe ad una galassia di interessi fuori dall'ambito
politico-istituzionale dell'attuale vertice regionale.
I
comitati che aderiscono al Co.Ve.P.A. da anni avevano messo
sull'avviso tutti i sindaci sull'assenza di garanzie negli accordi
sottoscritti con il Commissario. Molte delle promesse sarebbero fuori
dalla convenzione e dal progetto di finanza. Si tratta di accordi che
vanno dalle complanari di Montecchio Maggiore, alle bretelle di
accesso al casello di Castelgomberto-Valdagno, alle varianti per
Breganze, Mason e alle complanari di Bassano del Grappa. Non sono
altrettanto garantite le opere accessorie e le bretelle tra
Montebelluna e Spresiano, che ha portato quest'ultimo comune a
ritirare il suo ricorso nonostante avesse ben 75 cittadini a
sostenerlo ad adiuvandum.
La
preoccupazione è altissima, tanto che a fianco del commissario è
sceso in campo l'assessore alla viabilità Chisso: nella SPV oltre
alle crepe del consorzio stabile SIS, soprattutto sul versante
spagnolo, si vedono quelle del sistema Galan poiché anche il
Passante può dare qualche preoccupazione. Secondo la proposta di
Chisso la migliore opera del Veneto il Passante di Mestre può essere
la soluzione del buco di VenetoStrade. Unire Concessioni Autostradali
Venete spa, che gestisce il Passante, con la società guidata da
Vernizzi è la proposta sconcertante di Chisso. Per noi va cambiata la politica, l'assessore, l'amministratore delegato e passare dall'idea di costruire
viabilità all'idea di costruire mobilità.
Come ci siamo mossi per
capire come viene gestita la migliore opera del Veneto ci siamo accorti che il Passante e la società CAV non poggiano su solide basi e il
futuro è complicato. Di questo ne diamo riscontro chiarendo il
nostro punto di vista con la nota che la segreteria della FILT CGIL
Veneto ci ha fatto pervenire. In essa si chiarisce la situazione e il
futuro del Passante e di CAV che lo gestisce, facendo apparire in
modo plastico l'estemporaneità e il pressapochismo della proposta di
unire VenestoStrade con CAV spa. Completa il quadro dei dubbi che il
CoVePA solleva sulla spregiudicata proposta dell'assessore alla
viabilità Chisso, la debolezza finanziaria del Passante stesso, che
sembra non essere in grado di garantire il completamento delle opere
mancanti e le future manutenzioni. Anche se si tratta di un'ipotesi
allo studio l'unione proposta non può che essere annoverata come una
soluzione poco fondata sui dati attuali. Per maggior chiarezza
riportiamo integralmente la nota della segreteria regionale FILT
CGIL.
Co.Ve.P.A.
Selezionare
le opere venete in finanza di progetto per evitare un lascito di
debiti e opere inutili!
C’era
una volta il Veneto dei successi che cresceva ogni anno di alcuni
punti di PIL, di popolazione, di occupati e ricchezza diffusa, in
definitiva il benessere economico lungamente sognato e inseguito. In
quelli anni “di successi” molto lontani, anche se drammaticamente
vicini di calendario, si progetta una lunga serie di strade e
autostrade al servizio del Veneto diffuso dei capannoni sparsi
ovunque. Come la civiltà delle pietre non terminò con la fine della
materia prima, è assai probabile che la civiltà delle strade sia
destinata a fermarsi per la crisi economica che elide i piani
regionali della viabilità anni 90. Per sviluppare il ragionamento
della selettività per garantire la sostenibilità economica delle
opere abbiamo scelto l’opera più importante della Regione e la
sola che è ad oggi completata con finanza di progetto. Si tratta del
Passante di Mestre, inaugurato a febbraio 2009, gestito dalla società
Concessioni Autostradali Venete CAV Spa, con soci ANAS/Regione
Veneto.
La
società CAV Spa incassa da pedaggi una cifra annua di 130 milioni di
euro. La società non ha sofferto cali di traffico in conseguenza
della crisi, è rimasta sostanzialmente stabile, e macina una
attività nodale importante al servizio della viabilità est/ovest
della Regione garantendo una fluidità di traffico nemmeno
immaginabile sino a cinque anni fa. Tuttavia lo scenario economico
CAV Spa in conseguenza della fase recessiva del sistema Italia è
pessimistico per cui se da un lato non macina record negativi dei
transiti dall’altro è lontano dalle ipotesi di crescita auspicate
dal quadro economico valido sino al 2008.
La
società Cav Spa ha sottoscritto la convenzione ANAS/Ministero il 23
marzo 2010 con scadenza nel 2032, e ha ricevuto l’approvazione
della stessa il 22 novembre 2011. La società CAV Spa, salvo
imprevisti, dovrebbe bandire nei prossimi mesi la gara per il
finanziamento del Passante. Anas Spa ha anticipato il prestito di
quasi un miliardo di euro necessario a finanziare l’opera e deve
ritornare, entro i termini della concessione, tramite rate annuali,
in possesso della somma messa a disposizione per pagare i lavori.
Stime
prudenti ad invarianza di traffico ritengono che il mutuo bancario
annualmente peserà sul bilancio per una somma non inferiore a 80
milioni di euro, cui si devono aggiungere 15 milioni di euro di costo
del personale. Considerato infine il pagamento della concessione a
ANAS Spa e le manutenzioni ordinarie della rete, resta molto poco per
finanziare sia il completamento delle opere del Passante, sia
soprattutto per immaginare utili funzionali allo sviluppo
viabilistico del territorio.
I
tre esercizi finanziari trascorsi non fanno testo, senza la pesante
eredità del mutuo, ed hanno consentito fortunatamente di pagare
alcuni impegni della viabilità di adduzione al Passante, opere
minori e il Passante Verde. Con il pagamento del mutuo al tasso del
2%, gli utili 2011 sarebbero stati risibili!
Per
altro la riduzione dei tempi ( 20 anni) su cui spalmare il mutuo lo
fa crescere come rata annuale con la conseguenza facilmente
comprensibile di far crescere parallelamente le preoccupazioni degli
amministratori della Società di riuscire a far fronte ad un forte
impegno finanziario.
La
tenuta del sistema è legata ad una grande attenzione alla gestione
oculata delle risorse e ad un forte rigore della spesa.
Sulla
spesa incidono nel breve periodo il completamento delle opere
pianificate e la necessità di dotare il Passante di aree di sosta in
numero congruo ai bisogni degli utilizzatori dell’infrastruttura.
Su
questo argomento lo abbiamo ripetuto da sempre che la qualità dei
servizi e la dignità del lavoro si misurano da come accogliamo i
conducenti dei mezzi pesanti in transito. Assistere alla scena
notturna di camion fermi in corsia di emergenza gravida di
conseguenza gravi per la propria e altrui sicurezza, servizi igienici
insufficienti è la denuncia più forte della scarsa attenzione che
dedichiamo a questi servizi.
Lo
scenario economico finanziario è destinato a cambiare nel 2018, con
l’apertura della Superstrada Pedemontana Veneta che inevitabilmente
drenerà traffico sul corridoio est – ovest della Regione.
Da
una situazione di monopolio sull’asse del corridoio si passa nel
2018 a una doppia offerta che sarà triplicata poi con la Nogara/
Mare Adriatico.
La
spalmatura del traffico, nel quadro di stabilità senza crescita, su
due assi paralleli significa una difficoltà finanziaria certa che
può essere meglio quantificata solo in conseguenza di dati reali.
I
rimedi possibili a queste situazioni sono noti:
- Incremento tariffe. Questa scelta dovrebbe tenere conto del fatto che il pedaggio del Passante è già oggi uno dei più alti d’Italia.
- Riscadenzamento mutuo e/o allungamento concessione. Questa scelta impegna un maggior numero di esercizi finanziari, riduce la reddittività e relativi incassi del concedente, allunga la vita dell’opera oltre ai tempi di valore d’uso e di sicurezza intrinseca dello stesso.
- Finanziamento dei soci. Le opere realizzate in finanza di progetto hanno già nella fase iniziale un finanziamento dedicato degli Enti proponenti propedeutico all’avvio dei lavori che si fa carico di un 15- 20 % della spesa complessiva. Risulta complicato prevedere altri interventi e contributi dai soggetti pubblici.
Se
questa è la situazione aggiornata della sostenibilità economica del
Passante di Mestre temiamo che la situazione sia di gran lunga più
delicata per tutte le altre opere in cantiere nella Regione dove il
rischio d’impresa di quantità di passaggi ridotti è assunto
direttamente dalla Regione.
La
Regione, assecondando tutte le richieste territoriali, ha elencato
una lunga serie di opere da realizzare in finanza di progetto, che
potrebbero non godere di adeguata sostenibilità economica con il
rischio che l’affare è solo per le imprese costruttrici.
Riteniamo
che si debba, sulla scorta della esperienza maturata, fissare alcuni
paletti chiari, per non scassare i conti della Regione, per non
lasciare debiti a molte generazioni, per non offrire opere incomplete
o inadeguate o più semplicemente inutili.
Nell’ordine:
- Rigore nella priorità e selettività delle opere, evitando l’attuale assurda proliferazione e la presenza di doppioni o duplicità che fanno saltare la sostenibilità economica e sociale dell’opera.
- Concentrare le scarse risorse su opere strategiche complete, velocemente cantierabili e realizzabili in fasi uniche, con la disponibilità completa del finanziamento.
- Pubblicare i patti sociali delle opere in modo da rendere trasparente le condizioni degli accordi di finanza di progetto.
- Disponibilità pubblica delle invarianti piani, costi/benefici con le variazioni di scenario dovuto alla fase recessiva. Troppe volte abbiamo visto piani irrealistici con una sottovalutazione dei costi e una assurda esaltazione dei benefici.
- Partecipazione dei costruttori, o proponenti l’opera, al rischio d’impresa e non unicamente alla gestione concessionaria garantita dal patto sociale.
La
Segreteria FILT CGIL Veneto
Venezia,
28 marzo 2012.
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