martedì 29 luglio 2025

SPV, BUCO FINANZIARIO, PFAS, TAV E GIUSTIZIA VICENTINA

La SPV è al centro delle questioni nazionali per l’inquinamento da PFAS che ha costretto la Regione di Zaia a bloccare il collaudo. Su questo avevamo già scritto a ridosso dei fatti. Però apprendiamo che è ferma sul tavolo della Commissione Nazionale VIA al Ministero dell’Ambiente una variante che autorizza l’utilizzo dei filtri a carboni attivi nelle due gallerie naturali della Valle dell’Agno. Un impianto sarà posto in Valbona a Montecchio Maggiore, per la bonifica del tunnel di Trissino e l’altro a San Tomio di Malo, che collega la valle di Castelgomberto attraverso il SIC Natura 2000 Le Poscole, con Malo e il corso del Torrente Orolo. Gli inquinamenti rilevati da Arpav sono stati certificati fino ad Isola Vicentina, con quote rilevanti di PFBA. Il Recente studio di ISPRA apre una allarmante questione per i calcestruzzi usati nelle trincee del resto del tracciato fino a Treviso. Queste problematiche non sono nuove a noi che abbiamo messo in luce le questioni sui PFAS in SPV, insieme a ISDE. Ci domandiamo se sia veramente necessario, il deposito congiunto di un’istanza presso la Procura di Vicenza, di sollecito pronunciamento del decreto di rinvio a giudizio dei responsabili, dal momento che dal 2021 in base agli atti del Comune di Castelgomberto sarebbero aperti atti contro persone note per ipotesi di reati gravissimi e affini a quelli del primo processo Miteni. La gravità di questo viene confermata dal fatto che lUfficio Federale Svizzero dei Trasporti chiede di non utilizzare più i PFAS per la costruzioni ferroviarie nei tunnel, dato i numerosi siti nelle valli alpine compromessi.

PFAS NELLA SPV. SONO ANNI CHE LO ABBIAMO DENUNCIATO.

Che sulla Superstrada pedemontana veneta o Spv se si vuole incomba il rischio che questa possa essere una sorta di Miteni bis, noi lo denunciammo in passato: anche alle autorità preposte. La cosa vale sia per il Vicentino, dove è deflagrato l'affaire Poscole nella zona di Castelgomberto, sia in altri territori lambiti dall'opera come a Malo. Lo stesso vale anche però per il Trevigiano. Ora che l'Ispra cominci ad interessarsi di questo problema colossale, ovvero dei cascami dell'utilizzo dei temutissimi derivati del fluoro noti come Pfas, nei cantieri della Spv è un fatto positivo. Lo spettro dell'utilizzo dei derivati del fluoro accompagna non solo la Spresiano Montecchio Maggiore ma tutte le grandi opere. La questione di fondo però è che i problemi andrebbero evitati a monte. Cosa che il legislatore nazionale nonché quello regionale non hanno a cuore. Chi realizza le opere infatti non è tenuto a comunicare quanti additivi contenenti Pfas saranno usati come acceleranti di presa o in altro ambito, visto che i fornitori sono in grado di cucire la rispettive commesse sulla base delle esigenze che il cliente manifesta passo dopo passo.