Grande
partecipazione ieri sera 26.01.17 in sala Tolio, che era strapiena al
dibattito sulla SPV che ha posto in evidenza in quale fosso sia
finita. I relatori Celotto, Milioni, Costantini e Follesa hanno
dibattuto sulle ragioni se SOTTERARLA O SALVARLA. Il CoVePA intende
ringraziare gli intervenuti, i politici presenti, i loro delegati e
gli assenti giustificati.
La
serata si è aperta con Marco Milioni che ha
parlato della denuncia contro SIS e i Dogliani da parte della
società che era incaricata della redazione di progetto definitivo ed
esecutivo: la Sics di Giuseppe Capecchi. L'esposto
è giunto sulla scrivania del governatore veneto Luca
Zaia dalla
società a cui venne affidato il primo incarico per la progettazione
della Pedemontana ed un tempo partner strategico del gruppo
Dogliani.
Tra
i molti interventi dal pubblico sottolineiamo quello del senatore
pentastellato Cappelletti. Morena Bragagnolo di Salviamo il Passaggio
Treviso ha parlato di concreta fine di un modello e di cambio di
prospettiva. Carlo Costantini ha messo sul piatto alcune proposte per
uscire dallo schema «schei, terra, cemento», con recupero del
costruito, manutenzioni della mobilità, con ristrutturazioni
energetiche e inversione del consumo di suolo a partire dalla
proposta di legge sul tavolo regionale.
Per
la SPV è emersa la necessita di ricondurre la strada nell'alveo
pubblico che per prima mossa sarebbe in grado di Pagare gli espropri.
Se si costruisce la Pedemontana Veneta con soldi pubblici tanto vale
che sia nazionalizzata e che i Dogliani e i loro metodi vadano fuori
dai piedi. Massimo Follesa ha dichiarato: «guardiamo a Anas con
attenzione, noi non la temiamo come fa Zaia, che ne ha paura perché
un suo intervento ne decreterebbe la fine politica e personale.
L'infarto dei cantieri è in corso, quello degli espropri c'è già,
dunque intervenga il chirurgo e tagli le parti morte, tutte anche
quelle inutili del progetto».
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