mercoledì 30 gennaio 2013

Spv a San Zenone, botta e risposta tra Covepa e sindaco. di Marco Milioni

Da BassanoPiù OnlineUn dibattito sulla Pedemontana Veneta organizzato la settimana passata scatena una polemica a distanza a scavalco tra Vicentino e la Marca che corre sul filo del web. Protagonisti della contesa sono il Covepa e il sindaco di San Zenone degli Ezzelini, un comune pesantemente interessato al tracciato della grande arteria.
Il 25 gennaio a San Zenone, piccolo comune trevigiano al confine con la provincia di Vicenza, il Covepa, il coordinamento di alcune associazioni contrarie all'opera, organizza un incontro pubblico sulla Spv. La superstrada che connetterà Montecchio Maggiore in terra berica a Spresiano nella Marca ha aperto alcuni cantieri da un pezzetto: durante la serata si registrano parecchie voci contro.
Il primo cittadino. Sul versante opposto c'è il sindaco di San Zenone degli Ezzelini (Luigi Mazzaro, supportato da una civica locale) che ribadisce da parte sua la necessità dell'opera e ne dà testimonianza raccontando delle difficoltà di tante imprese come di quella in cui egli stesso lavora, le quali, spiega nel dettaglio il capo dell'esecutivo, debbono fronteggiare i disagi di una viabilità congestionata e malsicura. Dopo qualche battibecco con alcuni residenti contrari all'opera, il circondario di San Zenone è interessato da una intersezione che fa discutere in paese, la serata organizzata nell'auditorium delle scuole medie, termina verso le undici e mezzo tra una chiacchiera fuori dall'ingresso e un po' di saluti di circostanza.



La querelle. La fiamma della querelle però riprende sostanza quando il portavoce del Covepa Massimo Follesa ieri decide di pubblicare un dispaccio molto puntuto nei confronti di Mazzaro «il quale si è dimenticato di dirci - si legge nella nota - che lavora alla Pengo di Bassano...». Appresso un'altra stilettata: «Gli amici di Breganze la conosco bene perchè molto chiacchierata. Si è parlato di quella azienda poiché sarebbe  dietro alle acquisizioni di certe aree attorno al nuovo casello. Aree che gli strumenti urbanistici di Breganze riservavano alla produzione agricola e alimentare di qualità».
La controreplica. Mazzaro però controreplica immediatamente: «Il 25 gennaio c'è stato un incontro pubblico durante il quale io sono intervenuto in veste di sindaco. È ben vero che io lavoro alla Pengo, ma avrei potuto essere un dipendente delle Poste, un artigiano o un libero professionista e avrei detto sempre le stesse cose perché ho rappresentato il mio convincimento indipendentemente dalla ditta che mi impiega; alla quale eventualmente spetta di valutare se quelle affermazioni ledano la sua onorabilità».
Punto fermo. Il primo cittadino poi puntualizza il suo pensiero: «Usare espressioni del tipo "chiacchierata" o infarcire una frase di condizionali lascia il tempo che trova giacché io mi raffronto con i fatti, non con le illazioni. E faccio presente una semplice circostanza: la Pengo quando è nata non impiegava che una decina di persone. Oggi grazie a questa società vivono un centinaio di famiglie. Ad ogni modo nessuno nega il fatto che gli incontri organizzati dai comitati abbiano una loro importanza. Confrontarsi con i pareri contrari e con le eventuali alternative in gioco è sempre illuminante. Ma gli amministartori ad un certo punto, e ribadisco cià che ho detto il 25 gennaio, debbono comunque fare una scelta che sintetizzi al meglio le diffrenti istanze che provengono dal territorio e dalla cittadinanza».

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