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lunedì 14 ottobre 2024

Magagne nel tunnel della Spv? Il Covepa diffida la Regione Veneto perché valuti la rescissione della convenzione col consorzio Sis

Il 12 ottobre la nostra associazione ha indirizzato al presidente della giunta regionale del Veneto Luca Zaia e a tutta l'amministrazione una diffida ben precisa. Dopo il nuovo episodio della infiltrazione che ha colpito una delle gallerie della Superstrada pedemontana veneta - Spv riteniamo che sia giunto il momento che a palazzo Balbi decidano di troncare i rapporti con la Sis, il soggetto privato che con la formula del partenariato pubblico-privato ha progettato e realizzato la Spresiano Montecchio.

Al di là delle polemiche che hanno accompagnato la storia ventennale della Spv, non si può pensare che chi è stato incaricato di un pubblico servizio non consegni un'opera chiavi in mano che non sia perfetta. Pensare che si debba rimettere le mani alla galleria è una aberrazione che non può essere tollerata. Allo stesso modo abbiamo diffidato palazzo Balbi affinché denunci eventuali reati rilevati alla magistratura: lo stesso dicasi per eventuali illeciti civili.

Con i soldi del contribuente non si scherza. Proprio per questo motivo ci auspichiamo che il parlamento non vari alcuna norma che permetta alla Regione Veneto di scaricare sull'amministrazione centrale il debito che si staglia all'orizzonte. Non dimentichiamoci infatti che in forza di una abominevole convenzione siglata tra la amministrazione regionale veneta e la Sis nel 2017, su input del governatore leghista Zaia e su input di chissà chi altri, si stabilisce che il rischio per gli introiti mancati da pedaggio, oggi assai bassi, sono in capo proprio alla Regione: in un epoca in cui lorsignori magnificano l'autonomia come chissà quale panacea è troppo facile fare i veneti con le terga degli altri. Per completezza si allega alla presente copia della diffida indirizzata alla Regione Veneto assieme agli allegati di riferimento.

Non è possibile infine tacere su certe dichiarazioni di stampa che sabato 12 ottobre 2024 sono apparse sul Corriere del Veneto a pagina 5 a firma Martina Zambon. La dottoressa Zambon piglia fischi per fiaschi, stando a sentire il portavoce o addetto stampa del presidente uscente, che poveretto si infila nella narrazione da Vajont, citando l’esperto austriaco Bergmeister. Ma per caso il “Maestro di Vetta” non è che sia lo stesso dell’incarico di Pellegrini del 2020 per aiutarla a sciogliere i nodi del cantiere dei tunnel, giustificando alla Procura di Vicenza i materiali non certificati, che evidentemente stanno dentro al tunnel e che si dovrebbero certificare alla fine dei lavori e prima del collaudo degli ingegneri Mucilli e Liani? E questo Bergmeister non è per caso lo stesso del TAV del Brennero con cattedra alla LUB e studi in Austria e Germania? Infine ci spieghi dottoressa Zambon è lo stesso coinvolto nell’inchiesta che quattro anni fa citava il suo collega Pietrobelli sul Fatto Quotidiano? Sa per caso come sia andata a finire?

Infine ci rammarichiamo che sulla Tribuna di Treviso del 13 ottobre 2024 a pagina 10 si dia ancora risalto alla sciocchezza del buco di SPV previsto per i prossimi 9 anni o 10 come vanno ripetendo De Berti e Zaia. E una giustificazione stracciona da gente che dovrebbe togliersi di mezzo se non sa leggere un bilancio di previsone e un piano economico finanziario, dove alla voce “reddito d'esercizio” a pagina 50 e 51 nell’allegato B della convenzione del 2017 i valori sono sempre positivi dal 2021 in poi quando la SPV doveva essere aperta tutta nella parte a pedaggio, se non fosse stato così qualcuno può aver scritto storielle nelle relazioni alla Corte dei Conti a Roma che di non certo non poteva avvallare una redditività negativa.

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