Le
stonature di Zaia
sulla Pedemontana Veneta non sono più scusabili, non tanto da noi,
che ce lo ricordiamo nel 2001, dietro alle sottane di Galan e della
Dal Lago, uscire dalla conferenza dei servizi di Castelfranco, che
aveva ottenuto una SPV aperta e gratuita ai territori e più corta di
30 km. A poco serve che lui continui a dichiarare “me la sono
trovata”. Per
altro oggi
Galan non ci stà ad ascoltare Zaia
che gli imputa la SPV. Gli risponde insieme a Del Rio dalla pagina
3 del Corriere del Veneto. Giancarlo ricorda al povero Luca che i
flussi di traffico furono alterati un pochino, ma finché erano
proposti dal concessionario, tutti i mancati incassi ricadevano sulla
SIS. Poi ci va giù pesante dato che nell’ultima versione dei
flussi, quella del 2017, è contenuto un
vulnus gravissimo,
tutto in capo alla Regione Veneto. Ora c’è da chiedersi se sia
chiaro che quanto dice uno informato dei fatti, sia un reato
gravissimo contro la pubblica amministrazione, e perché su queste
dichiarazioni, sia calato il gravissimo silenzio delle opposizioni.
Per
Galan è evidente che Zaia, se
l’è trovata proprio come aveva contribuito a trasformarla nel
2001. Quando aveva l’occasione di trasformarla, invece se l’è
tenuta con un debito da 20 miliardi, con la revisione della
convenzione del 2013 insieme a Chisso, e con un altro debito da 15
miliardi con la convenzione del 2017, tutt’ora in vigore che ha
costruito tutto da solo e costringendo il suo consiglio ad approvarlo
obtorto collo.
Le
stonature di Zaia
non sono scusabili, e tanto meno perdonabili, da coloro ai quali
vuole appiccicare il pizzo regionale dell'Irap per il buco di SPV.
Sono quei produttori che, se alzano la testa e si lamentano da
esperti del settore delle infrastrutture e delle eccellenze nella
realizzazione di chiodi per le galleria in roccia, o vengono esclusi
dagli appalti e subappalti, pur avendo prodotti certificati in UE,
oppure
vengono perseguiti con un mandato a uno studio legale da parte della
Regione Veneto per querelarli.
A
parte l’aberrazione giuridica, perché la diffamazione si persegue
con una querela e non con un esposto, il fatto dimostra che si tratta
proprio di un
atto intimidatorio
per le critiche e per quanto scrivono in rete sul disastro annunciato
dei tunnel di Sant’Ubano a Trissino. Il quale inaugurato
già il 4 dicembre 2014 è pericolosamente fessurato nella volta.
Nel tunnel di Malo-Castelgomberto, a pochi mesi dall’inaugurazione,
sono penetrati fiumi d’acqua dalla volta.
Zaia
risponde alle critiche,
di coloro che sono la base produttiva della regione, con minacce di
querela e con il pizzo regionale. Se non lo avessimo detto
ripetutamente che saremmo arrivati a questo e che la SPV sarebbe
stata un tara per le imprese del Veneto, qualcuno potrebbe dirsi
stupito. Invece lo abbiamo scritto e ripetuto ogni volta che qualcuno
ci ha interpellati. Zaia
invece sottovalutava la cosa
e ci accusava di essere talmente pochi, da
riunirci
in una cabina del telefono. Ora, quella cabina del telefono, è
l’unica cosa che si meriterebbe di amministrare e che i suoi
controllori
dovrebbero affidargli dopo il 2025. I
cosiddetti produttori veneti,
proprio le categorie (e a chi mettere
tasse sennò?
Forse
pensano all'addizionale
a tutti i veneti??) che han sempre suonato e amplificato le loro
trombe per
la SPV,
si sbracciano per non pagare per
la SPV. Se
le cose saranno cosìdovranno
pagarla direttamente dai loro capannoni,
senza neanche uscire per entrare al casello: invece
dovrebbero avere chiaro in mente che avevamo ragione da vendere e
ancora di più ne abbiamo oggi. Zaia
e la sua Giunta se li mettono sotto ai piedi
con minacce di denunce e pizzi regionali, mentre ai
salernitano piemontesi della SIS propongono
un arbitrato per risolvere il contenzioso, nato dalla
applicazione controversa dell’ultima convenzione. Invece
si
guardano bene
da
denunciare l’accordo, le insolvenze e
le mancanze progettuali, gli inquinamenti, la costruzione e
l’aberrante applicazione dell’inflazione e dei canoni di gestione
che questi chiedono, come
abbiamo già dichiarato con il nostro vicepresidente.
Quello
che immagina Zaia con la sua autonomia differenziata, è proprio
una
bella autonomia: differenziata per
davvero solo a favoredi
SIS,
a cui vuole affidare anche la Treviso-Mare, e
caricata sulle spalle di chi
vuole tenere ostaggi
del pizzo dell’irap,
proprio come
Salvini ha denunciato per gli ostaggi dell’agenzia delle entrate.
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