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mercoledì 7 agosto 2024

PIZZO REGIONALE DI ZAIA CON L'IRAP PER LA SPV

Zaia per la Superstrada Pedemontana Veneta è arrivato a proporre il pizzo regionale da girare ai suoi amici salernitano-piemotesi della SIS, che poi lo gireranno ai loro danti causa della Circuitus Capital a Londra. Si, se Giorgia Meloni può parlare di pizzo di stato per le tasse ai piccoli esercenti, noi possiamo definire l’irap che Zaia propone, per coprire i buchi di bilancio di Regione Veneto, provocati dalla SPV, un pizzo regionale.
Le stonature di Zaia sulla Pedemontana Veneta non sono più scusabili, non tanto da noi, che ce lo ricordiamo nel 2001, dietro alle sottane di Galan e della Dal Lago, uscire dalla conferenza dei servizi di Castelfranco, che aveva ottenuto una SPV aperta e gratuita ai territori e più corta di 30 km. A poco serve che lui continui a dichiarare “me la sono trovata”. Per altro oggi Galan non ci stà ad ascoltare Zaia che gli imputa la SPV. Gli risponde insieme a Del Rio dalla pagina 3 del Corriere del Veneto. Giancarlo ricorda al povero Luca che i flussi di traffico furono alterati un pochino, ma finché erano proposti dal concessionario, tutti i mancati incassi ricadevano sulla SIS. Poi ci va giù pesante dato che nell’ultima versione dei flussi, quella del 2017, è contenuto un vulnus gravissimo, tutto in capo alla Regione Veneto. Ora c’è da chiedersi se sia chiaro che quanto dice uno informato dei fatti, sia un reato gravissimo contro la pubblica amministrazione, e perché su queste dichiarazioni, sia calato il gravissimo silenzio delle opposizioni.
Per Galan è evidente che Zaia, se l’è trovata proprio come aveva contribuito a trasformarla nel 2001. Quando aveva l’occasione di trasformarla, invece se l’è tenuta con un debito da 20 miliardi, con la revisione della convenzione del 2013 insieme a Chisso, e con un altro debito da 15 miliardi con la convenzione del 2017, tutt’ora in vigore che ha costruito tutto da solo e costringendo il suo consiglio ad approvarlo obtorto collo.
Le stonature di Zaia non sono scusabili, e tanto meno perdonabili, da coloro ai quali vuole appiccicare il pizzo regionale dell'Irap per il buco di SPV. Sono quei produttori che, se alzano la testa e si lamentano da esperti del settore delle infrastrutture e delle eccellenze nella realizzazione di chiodi per le galleria in roccia, o vengono esclusi dagli appalti e subappalti, pur avendo prodotti certificati in UE, oppure vengono perseguiti con un mandato a uno studio legale da parte della Regione Veneto per querelarli.
A parte l’aberrazione giuridica, perché la diffamazione si persegue con una querela e non con un esposto, il fatto dimostra che si tratta proprio di un atto intimidatorio per le critiche e per quanto scrivono in rete sul disastro annunciato dei tunnel di Sant’Ubano a Trissino. Il quale inaugurato già il 4 dicembre 2014 è pericolosamente fessurato nella volta. Nel tunnel di Malo-Castelgomberto, a pochi mesi dall’inaugurazione, sono penetrati fiumi d’acqua dalla volta.
Zaia risponde alle critiche, di coloro che sono la base produttiva della regione, con minacce di querela e con il pizzo regionale. Se non lo avessimo detto ripetutamente che saremmo arrivati a questo e che la SPV sarebbe stata un tara per le imprese del Veneto, qualcuno potrebbe dirsi stupito. Invece lo abbiamo scritto e ripetuto ogni volta che qualcuno ci ha interpellati. Zaia invece sottovalutava la cosa e ci accusava di essere talmente pochi, da riunirci in una cabina del telefono. Ora, quella cabina del telefono, è l’unica cosa che si meriterebbe di amministrare e che i suoi controllori dovrebbero affidargli dopo il 2025. I cosiddetti produttori veneti, proprio le categorie (e a chi mettere tasse sennò? Forse pensano all'addizionale a tutti i veneti??) che han sempre suonato e amplificato le loro trombe per la SPV, si sbracciano per non pagare per la SPV. Se le cose saranno così dovranno pagarla direttamente dai loro capannoni, senza neanche uscire per entrare al casello: invece dovrebbero avere chiaro in mente che avevamo ragione da vendere e ancora di più ne abbiamo oggi. Zaia e la sua Giunta se li mettono sotto ai piedi con minacce di denunce e pizzi regionali, mentre ai salernitano piemontesi della SIS propongono un arbitrato per risolvere il contenzioso, nato dalla applicazione controversa dell’ultima convenzione. Invece si guardano bene da denunciare l’accordo, le insolvenze e le mancanze progettuali, gli inquinamenti, la costruzione e l’aberrante applicazione dell’inflazione e dei canoni di gestione che questi chiedono, come abbiamo già dichiarato con il nostro vicepresidente.
Quello che immagina Zaia con la sua autonomia differenziata, è proprio una bella autonomia: differenziata per davvero solo a favore di SIS, a cui vuole affidare anche la Treviso-Mare, e caricata sulle spalle di chi vuole tenere ostaggi del pizzo dell’irap, proprio come Salvini ha denunciato per gli ostaggi dell’agenzia delle entrate.

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