A due anni dal comunicato del 10 settembre 2018 il Covepa ritorna sulla questione dei PFAS in Valle dell’Agno, in particolare Massimo Follesa ha presentato nuovi dati con alcune fotografie che mettono in evidenza nuovi lavori alla sede storica della RIMAR in via IV novembre a Trissino, a ridosso della chiesa di Sant’Andrea in Piazza Gian Giorgio Trissino. «Le immagini parlano chiaro, nelle settecentesche scuderie della Villa Trissino si sta mettendo mano al sottosuolo della vecchia sede della Ricerche Marzotto, la Rimar. È il sito dove sono stati industrializzati i PFOAS all’inizio degli anni 60, da dove poi sono stati spostati nell’attuale sede della Miteni alla Colombara» ha dichiarato l’architetto Follesa.
Nel 2018 avevamo presentato dati di Arpav relativi a una serie di pozzi nel centro abitato di Trissino pesantemente inquinati. «Adesso i nuovi dati, che sono presenti sul sito dell’agenzia, appaiono veramente preoccupanti per due ragioni: una è quella che ci permette di affermare che l’acqua del sottosuolo del centro abitato Trissino è pesantemente inquinata; la seconda è che, nel silenzio generale e nella mancata divulgazione dei dati, non si capisce se questi nuovi dati siamo quelli del sito Rimar sul colle sotto alla chiesa o nuovi pozzi inquinati e rilevati tra la fine del 2019 e i primi del 2020. I dati dell’agenzia ambientale del Veneto parlano di 24697 e 26540 ng/L di Acido Perfluoro Ottanoico PFOA totali in due nuovi pozzi. Va chiarito perchè l’amministrazione di Trissino e della Regione Veneto nel loro debordare elettorale si mettano paura di informare i trissinesi e perché non si occupino in trasparenza dello stato della salute di questi cittadini. Sappiamo bene che i proprietari di quel sito fanno riferimento a una importante famiglia quella Marzotto, ma proprio lo strapotere politico e il consenso che la Zaia e Lega hanno, dovrebbe metterli nelle condizioni di chiarire la posizione della famiglia Marzotto proprietaria dell’area della vecchia Rimar» ha proseguito Follesa.
Il portavoce dell’ovest vicentino del Covepa sottolinea poi la gravità della situazione chiamando in causa direttamente il Sindaco di Trissino, responsabile anche della conferenza dei servizi sull’inquinamento da PFAS: «Chiediamo che il Sindaco Davide Faccio chiarisca che acque stiamo usando per abbeverare i nostri orti, se siano stati ordinati interventi di caratterizzazione alla Proprietà Marzotto della vecchia area Rimar e su che basi si intenda agire per avvisare la popolazione che ancora oggi utilizza i pozzi » .
Follesa incalza Faccio rivolgendosi all’ARPAV e a Zaia: «È evidente che questo sindaco, questa amministrazione di Trissino dipenda da quanto dice di fare loro la Regione Veneto e Luca Zaia in persona, è evidente che nei dati di Arpav improvvisamente non si rilevano più le posizioni GPS dei pozzi, e questo ci fa dedurre che siano pozzi privati, poiché quelli di monitoraggio per la barriera di Miteni hanno ancora in chiaro le loro coordinate, per queste ragioni Sindaco e Presidente Zaia stanno omettendo dati rilevanti sull’acqua di Trissino, sulle ordinanze per la caratterizzazione o per la bonifica e sugli atti per cui nella sede Rimar si sta operando asportando materiali di scavo da una serie di buche e si stanno prelevando materiali liquidi, come dimostrano i grandi serbatoi fotografati dall’esterno, da altrettanti pozzi di controllo piezometrici nel cortile della proprietà Rimar. È il momento di chiarire ai trissinesi se sono stati inquinati attraverso i pozzi che sono nelle case ai piedi della collina, ma soprattutto che l’inquinamento da PFAS va retrodatato di almeno un decennio rispetto a quello iniziale della prima metà degli anni 70, alle cui conseguenze penali i responsabili sono sfuggiti con una amnistia nel 1979. Quella amnistia non ha cancellato il reato che a tutt’oggi sarebbe riscontrabile sotto alle case dei trissinesi e nel sangue di una parte di essi, con l’aggravante che intere generazioni hanno frequentato l’asilo del colle quando era sotto alla RIMAR, usando il suo prato come giardino per i giochi all’aperto!» con queste parole ha chiuso il comunicato il nostro portavoce dell’ovest vicentino.
Comunicazione CoVePA
Massimo M. Follesa portavoce ovestVI CoVePA 3478722240
Link alle riprese video dell’area
https://drive.google.com/file/d/13lHdVSGngFowh6XOwqVz6KIXLXrtOxFX/view?usp=sharing
https://drive.google.com/file/d/13mWLnmANtaqqpG6ClPSDqR6t3l770-QL/view?usp=sharing
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