In queste ultime ore il Veneto e tutta la campagna elettorale è scossa dalla notizia che tre esponenti politici del cerchio magico al vertice della Lega e attorno a Luca Zaia sono coinvolti nell’aver richiesto o percepito i 600€ al mese del bonus INPS per i lavoratori autonomi in crisi a causa della pandemia da Sars COV 2. Si tratta del vicepresidente della giunta regionale Gianluca Forcolin, quello che si beava nel 2017 di aver ottenuto la copertura del bond della Pedemontana Veneta, con il sovrumano sforzo di Luca Zaia e delle persone che aveva messo in controllo dell’opera dopo l’ing. Vernizzi. Poi risultano coinvolti e il capogruppo i consiglio comunale a Treviso e consigliere regionale Riccardo Barbisan , nonché il presidente della prima commissione regionale il consigliere Alessandro Montagnoli. Tutta gente con cui per la Pedemontana Veneta abbiamo avuto a che fare direttamente.
Ci pare di vedere Luca Zaia battere i pugni sul tavolo con la testa tra le braccia per la tanta fatica fatta nelle 135 puntate del talk-show dal bunker di Marghera per far diventare il Veneto un modello positivo nell’emergenza Covid. Diciamo il meno peggio visti disastri di Lombardia e Piemonte con una sanità pubblica al collasso soprattutto nei servizi di tutela e prevenzione, collasso che la regione veneto segue in scia con le privatizzazioni continue. Immaginiamo lo sbigottimento del povero Luca per il suo vice che ha “solo” aperto la pratica per il bonus e pare che la coscienza, non l’intelletto, gli abbia impedito di perfezionarla. Chissà quante riunioni strategiche nel Bucintoro del doge o nel bunker di Marghera sulla scalfitura evidente dell’immagine positiva del presidente-governatore, per sentenziare che Gianluca Forcolin e gli altri due consiglieri regionali leghisti, che il bonus invece l’hanno preso, devono essere esclusi dalle liste elettorali. Vedremo che accadrà ai deputati e ai parlamentari europei. Uno dei tre ha pure ammesso, adducendo la scusa della beneficenza, “un tacon peso del buso”.
Quello che il Coordinamento si chiede è se è serio fare tutta questa cagnara per la storia dei 600 euro quando il Veneto, a causa della Pedemontana Veneta che totalizza spese in 39 anni pari a 15 miliardi, perderà camicia, pantaloni e finirà con le mutande in mano. Nel caso di Pedeveneta non si contano i commenti, le prese di posizione e le argomentazione sul futuro raggiante che ci aspetta con la SPV dei salernitano-piemontesi della SIS, tutti felici e contenti. Il mondo è bello perché è “avariato” invece!... Certo che infierire su quei tre però le cui capacità politiche sommano zero è fin troppo facile.
Tutti noi veneti ci dovremmo preoccupare dei 18 milioni e oltre già incassati(Canone 153mln€/anno : 95km = 1,610mln€ x 11 km = 17,7 mln€) della quota parte del canone di disponibilità per l’apertura dei tratti del raccordo con A-31 e tra i caselli di Malo e Breganze. I Veneti si devono occupare in questa campagna elettorale dei regali che la Lega ai salernitano-piemontesi della SIS. Sono i regali da 1.610.000 €/km che ogni anno della concessione di 39 anni, beccano da Luca Zaia che l’ha voluta con tutta la sua maggioranza consiliare nel 2017, finita o no che sia la Pedemontana Veneta, traffico o non traffico, pedaggio o no, e questo è ancora più meschino del prendersi indebitamente i 600€ di bonus dell'INPS.
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