mercoledì 27 luglio 2016

LE PROVE DEL BUCO DI SPV SECONDO LA TRIBUNA. Ferrazza pubblica due lettere che chiariscono lo stato del disastro e le falsità raccontate alla corte dei conti a Roma!

SOLO 60 MLN€ INVESTITI DA SIS QUESTO SCRIVE FERRAZZA NEL SUO ARTICOLO DEL 26/07/16 A PAG. 11 DELLA TRIBUNA. LA FONTE E' IL COMMISSARIO CHE FINALMENTE AMMETTE LA VERITA' E PUBBLICA ANCHE L'AMMISSIONE DI D'AGOSTINO DT DELLA SIS : "ABBIAMO FINITO I SOLDI"
MESTRE Una lettera del commissario avverte del rischio il presidente del Consiglio
E Sis annuncia: «L’assenza della Cdp sarebbe letta come una bocciatura»
Vernizzi scrive a Renzi «Così salta il progetto»
La lettera porta la dicitura «Riservata» e la data del 12 maggio scorso. 
"...finora i lavori, realizzati per circa il 30% (invece siamo al 20% ndr), sono stati finanziati in prevalenza da risorse pubbliche (390 milioni su 614 complessivi stanziati dallo Stato). Il secondo: che gli stati di avanzamento lavori emessi ammontano a 450 milioni di euro. Conclusione: il concessionario Consorzio Sis, controllato dall’impresa di costruzioni piemontese dei Dogliani in società con gli spagnoli di Sacyr Itinere Infraestructures di Madrid, ha messo finora nella Pedemontana appena sessanta milioni di euro, una briciola rispetto a un’opera da due miliardi di euro. Ed ora si trova davanti alla più banale e importante delle difficoltà: non ha risorse proprie per proseguire l’infrastruttura e i mercati finanziari non vogliono rilasciarne perché ritiene il progetto «non sostenibile». "

Il destinatario è il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi.
A scrivere è il commissario per la Superstrada Pedemontana, Silvano Vernizzi: «Il Concessionario Sis sostiene la presenza di una opposizione all’emissione del bond da parte di Cassa Depositi e Prestiti spa». Questa, infatti, «oppone a Banca Morgan il convincimento che l’opera non abbia una quantità di traffico in grado di garantire la restituzione del debito. In tal senso Cassa depositi e prestiti ha commissionato un nuovo studio di traffico che, da quanto riferisce il Concessionario, prevede un traffico inferiore del 40% rispetto a quello previsto dalla Regione del Veneto e posto a base di gara, corrispondente a circa 30 mila veicoli/giorno. Sempre secondo le dichiarazioni del Concessionario, la posizione di Cassa Depositi e Prestiti spa impedisce l’emissione del bond da parte di Banca Morgan in quanto in tal caso sarebbe assente uno dei pochi investitori istituzionali. La conseguenza potrebbe essere il blocco dell’opera con tutto quanto connesso: dai danni, al contenzioso certo e soprattutto alla perdita di credibilità delle Istituzioni».
Alla lettera di Vernizzi, il premier non ha dato riscontro alcuno. Eppure il commissario segnala che «l’opera ad oggi si presenta come un significativo “segno” sul territorio che deve essere necessariamente completato e, infatti, l’ultimazione dell’opera e la relativa apertura al servizio è prevista entro la fine del 2018». Da questa lettera si intuiscono due elementi. Il primo: che finora i lavori, realizzati per circa il 30%, sono stati finanziati in prevalenza da risorse pubbliche (390 milioni su 614 complessivi stanziati dallo Stato). Il secondo: che gli stati di avanzamento lavori emessi ammontano a 450 milioni di euro. Conclusione: il concessionario Consorzio Sis, controllato dall’impresa di costruzioni piemontese dei Dogliani in società con gli spagnoli di Sacyr Itinere Infraestructures di Madrid, ha messo finora nella Pedemontana appena sessanta milioni di euro, una briciola rispetto a un’opera da due miliardi di euro. Ed ora si trova davanti alla più banale e importante delle difficoltà: non ha risorse proprie per proseguire l’infrastruttura e i mercati finanziari non vogliono rilasciarne perché ritiene il progetto «non sostenibile».
C’è un’altra lettera, più recente, che spiega le preoccupazioni del Consorzio Sis nel caso di «rifiuto» di Cassa depositi e prestiti a sostenere il progetto finanziario.
L’ha scritta a Vernizzi il direttore tecnico del Consorzio Sis, Giovanni Salvatore d’Agostino, lo scorso 29 giugno: «Ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta da parte degli investitori istituzionali ed in particolare di Cdp sulla sua partecipazione al Bond. Si rappresenta che la partecipazione di Cdp all’operazione è fondamentale in quanto l’assenza di Cdp sarebbe letta da parte dei mercati nazionali ed internazionali quale una bocciatura del progetto. Si rappresenta che se a seguito dei vari colloqui istituzionali non venisse dato il necessario sostegno all’opera attraverso la conferma dell’applicazione dei presidi contrattuali e relative coperture, la finanziabilità della stessa sarebbe definitivamente compromessa, con la necessità di interrompere immediatamente la costruzione. Qualora invece venisse dato il parere positivo da parte della Cdp alla partecipazione all’operazione con apposito sostegno al progetto, il finanziamento potrebbe essere chiuso in un tempo stimabile in 3/4 settimane». (d.f.)

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